Centro studi etnopsichiatria e psicoterapia transculturale

Centro studi etnopsichiatria e psicoterapia transculturale

centro studi etnopsichiatria
photo by Paolo Cianconi ©2012- Istituto Beck

Responsabile: dott. Paolo Cianconi, psichiatra

L’Istituto A. T. Beck riunisce, attraverso il centro di studi sulle migrazioni, l’etnopsichiatria e la psicoterapia transculturale, un gruppo di operatori e specialisti in grado di comprendere le variabili culturali introdotte dal fenomeno migratorio al fine di adattare gli approcci e le modalità di cura.

La mobilità geo-sociale trasfigura rapidamente la nostra realtà e così muta anche il nostro territorio di Stato nazione. Le migrazioni sono cambiate e continuano a trasformarsi, mantenendo sempre meno la loro caratteristica moderna. Esse transitano dove si muovono attualmente tutti i grandi sistemi di flusso, assumendo, energeticamente, aspetti di riordinamento transnazionale.

La psicologia e la psicoterapia devono trovare una risposta a quesiti di attualità e contingenza quali:

  • Come confrontarsi con una continua diversità culturale dei nostri giorni, degli stranieri e degli autoctoni?
  • Gli strumenti terapeutici ordinari possono essere ugualmente efficaci su sistemi di pensiero diversamente ordinati?
  • Quale accesso hanno le nostre possibilità di trattamento nell’universo religioso dell’Islam in cambiamento, nei sistemi animistici e subalterni, in quelli sincretici dell’America latina e dell’Africa sub-sahariana, nei nuovi culti millenaristici che continuamente si formano?

Oggi il possesso di conoscenze adeguate a coprire il mandato della cura non può prescindere da una formazione specifica sulle nuove realtà culturali.

Di migrazioni ormai si parla molto ma, spesso, l’approccio usato è etnocentrico: esclusivamente basato sulla cultura del paese ospitante. In realtà, una maggiore e più funzionale comprensione del fenomeno migratorio e di tutti gli ambiti collegati – non ultimo quello sanitario – necessita di un approccio decentrato, in grado di mettere in discussione anche le nostre categorie.

Ma come avvicinarsi e fare propria questa nuova modalità di orientamento e comprensione? La parola chiave è INTEGRAZIONE, ma non solamente quella dello straniero, siamo chiamati in causa anche noi come popolo in viaggio verso un qualche futuro.

Perché è necessaria l’integrazione?

  • A livello sia teorico sia metodologico permette una visione d’insieme funzionale e facilmente applicabile a molti settori;
  • Offre la possibilità di rapportarsi alle culture “altre” con un punto di vista aperto e flessibile;
  • Permette di non cadere nei comuni errori storici basati sulla visione rigidamente etnocentrica della medicina ufficiale. A causa della diffusa e ingiustificata diffidenza nei confronti del nuovo e del diverso, essa tende infatti a limitare il campo d’azione così come i risultati

Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare l’Istituto A.T. Beck per qualsiasi informazione,
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