Le persone esposte a un’esperienza traumatica grave e intensa possono presentare, nei giorni e nelle settimane immediatamente successive all’evento stressante, un’ampia varietà di sintomi che procurano marcata sofferenza, paura, terrore e senso d’impotenza. In molti casi, questi sintomi scompaiono spontaneamente in tempi brevi, mentre in altri si vanno a stabilizzare configurando il Disturbo Acuto da Stress (Acute Stress Disorder, ASD).
Il Disturbo Acuto da Stress si presenta dopo che la persona è stata esposta a morte reale o minaccia di morte, a una lesione grave o a una violenza sessuale, sia per esperienza diretta o per essere venuta a conoscenza di un evento traumatico accaduto a una persona cara. Poiché si tratta di una risposta acuta – e non cronica – a un evento traumatico, la durata dei sintomi interessa un periodo di tempo che va da 3 giorni a 1 mese dall’esposizione al trauma. Se i sintomi persistono per più di 1 mese si effettua la diagnosi di PTSD.
I sintomi sperimentati dalla persona possono essere suddivisi in 5 categorie (APA, 2013):
- Sintomi d’intrusione: improvvisi e ricorrenti flashback (percezioni di star risperimentando l’evento nel presente, fino alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante), ricordi intrusivi e sogni il cui contenuto e le emozioni suscitate sono riconducibili all’esperienza traumatica. Nei bambini la natura traumatica dei sogni può non essere sempre esplicita, infatti possono sperimentare incubi terrorizzanti ma privi di contenuto traumatico riconoscibile. Infine, sia negli adulti che nei bambini, si può osservare una marcata e amplificata risposta di stress a stimoli interni o ambientali che ricordano o sono associati al trauma;
- Umore negativo: incapacità prolungata di provare emozioni positive, come gioia, felicità e soddisfazione, o legate all’intimità, l’affetto e la sessualità. Al contrario, il tono dell’umore è prevalentemente negativo e le emozioni più comunemente esperite sono paura, tristezza, rabbia, colpa e vergogna;
- Sintomi dissociativi: alterato senso di realtà relativo alla percezione di se stessi (depersonalizzazione) o dell’ambiente circostante (derealizzazione) e incapacità di ricordare elementi dell’evento traumatico, anche detta amnesia dissociativa;
- Sintomi di evitamento: tentativi di evitamento di ricordi spiacevoli, pensieri ed emozioni relativi all’evento traumatico e/o degli stimoli esterni (come persone e luoghi) che innescano i ricordi, i pensieri o i sentimenti negativi associati all’evento. Comuni strategie di evitamento includono il ricorso all’automedicazione tramite alcool e droghe quando la persona si sente sopraffatta dalle emozioni negative connesse al trauma;
- Sintomi di attivazione fisiologica (arousal): disturbi del sonno (sia all’addormentamento che nel mantenimento del sonno), comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia improvvisa verso gli altri anche in assenza di provocazione. Sono inoltre presenti sintomi di ipervigilanza, cioè di aumentata sensibilità alle potenziali minacce, e di particolare reattività di fronte a stimoli inattesi (risposta startle o di allarme amplificata). Sono frequentemente riportati anche problemi di concentrazione, che si manifestano ad esempio nella difficoltà a ricordare particolari ordinari della vita quotidiana o nel mantenere l’attenzione su un compito per un periodo prolungato.
Gli eventi che possono causare il Disturbo Acuto da Stress includono violenze sessuali, aggressioni fisiche, catastrofi naturali, combattimenti, incidenti, abusi infantili e rapimenti o prigionia, ma deve comunque trattarsi di esperienze di natura estrema; in caso contrario, si applica la diagnosi di Disturbo dell’Adattamento, che si riferisce appunto alle risposte patologiche ad eventi stressanti, ma non necessariamente traumatici. Il quadro sintomatologico del disturbo rappresenta un’iniziale reazione all’esperienza traumatica ed è determinato dagli importanti cambiamenti neurobiologici che si presentano nel sopravvissuto.
La letteratura scientifica (ad esempio, Bryant et al., 2018) ha mostrato come il Disturbo Acuto da Stress rappresenti un fattore di rischio per lo sviluppo successivo del PTSD, in particolar modo quando la vittima presenta dissociazione peri-traumatica (cioè che si verifica durante l’esperienza traumatica) o quando i primi sintomi emergenti vengono interpretati in maniera catastrofica e gestiti in modo disadattivo.
Interventi consigliati sono la Terapia Cognitivo Comportamentale centrata sul trauma e l’EMDR che, se effettuate tempestivamente nelle settimane successive all’evento traumatico, si sono rivelate efficaci nella riduzione dei sintomi (di intrusione, di evitamento e di basso tono dell’umore) e nella prevenzione del PTSD (Howlett & Stein, 2016). Infine, i trattamenti basati sulla Mindfulness possono essere utili per ridurre le risposte fisiologiche acute allo stress e per gestire i sintomi post-traumatici in maniera più adattiva (Thompson et al., 2011).
Riferimenti
American Psychiatric Association. (2013). Manuale diagnostico e statistic dei disturbi mentali (5a Ed.): DSM-5. Trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
Bryant, R. A. (2018). The Current Evidence for Acute Stress Disorder. Current psychiatry reports, 20(12), 111.
Howlett, J. R., & Stein, M. B. (2016). Prevention of trauma and stressor-related disorders: a review. Neuropsychopharmacology, 41(1), 357.
Thompson, R. W., Arnkoff, D. B., & Glass, C. R. (2011). Conceptualizing Mindfulness and Acceptance as Components of Psychological Resilience to Trauma. Trauma, Violence, & Abuse, 12(4), 220–235.