Programma del Master
1° Weekend
Sabato 15 aprile 2023
9:00 – 13:00
Approcci attuali e storici alla teoria e al trattamento delle dipendenze – 4h
Docente: Dott.ssa Chiara Schepisi
L’emergere di nuove sostanze ad uso psicoattivo e delle dipendenze non farmacologiche, il cambiamento profondo dei contesti e delle modalità di approccio ed utilizzo delle sostanze e la crescente attenzione della ricerca al mondo della dipendenza hanno portato ad una costante evoluzione sia degli inquadramenti teorici che dei modelli di trattamento. Dopo un breve excursus storico su come sia cambiato, dal punto di vista culturale e conseguentemente clinico, il modo in cui guardiamo al mondo della dipendenza, verranno presentati gli approcci più recenti.
14:00 – 18:00
Neurobiologia delle dipendenze – 4h
Docente: Dott. Alessandro Emiliano Vento
La neurobiologia delle dipendenze costituisce l’elemento basale di gran parte dei comportamenti della specie. I processi neurobiologici alla base della dipendenza sono strettamente connessi con il mantenimento di funzioni fisiologiche espresse dalla nascita in poi e mantenute nel corso della vita, come mangiare, riprodursi, aggregarsi in gruppi sociali, ossia il rapporto con i rinforzatori convenzionali.
La comprensione dei meccanismi neurofisiologici utili e vantaggiosi, da un punto di vista filogenetico, per il mantenimento dell’omeostasi e per la conservazione della specie stessa, nell’uomo come nei mammiferi inferiori, orienta il clinico nella sua attività. Infatti, nel corso dell’evoluzione, si sono selezionati circuiti a finalità omeostatica, basati su meccanismi di gratificazione, rinforzo e motivazione che contribuiscono al mantenimento della linea evolutiva e che sono espressi in maniera trasversale a prescindere dall’orientamento socioculturale dell’individuo.
La possibilità di curare disturbi psichici da uso di sostanze o altre forme di dipendenza comportamentale è certamente subordinata alla conoscenza di questi circuiti e di questi meccanismi di funzionamento, la cui comprensione aiuta il clinico a prevenire, con sufficiente accuratezza, il comportamento impulsivo/compulsivo di chi è affetto da addiction. Le basi neurobiologiche delle dipendenze facilitano inoltre la comprensione di molte dimensioni psicopatologiche frequentemente co-morbili, come ad esempio l’ADHD, l’ansia sociale e molte altre.
Domenica 16 aprile 2023
9:00 – 13:00
Fattori predisponenti le dipendenze: aspetti genetici, epigenetici e biopsicosociali – 4h
Docente: Dott.ssa Marta Cacciotti
Il consumo di sostanze psicoattive coinvolge un’etiopatogenesi complessa a cui contribuiscono, con diversi gradi di rischio, le disposizioni personali, i fattori sociali e familiari, la disponibilità delle sostanze e le caratteristiche specifiche di queste. In tale ottica, lo studio dei fattori predisponenti rappresenta un terreno fertile per una maggiore comprensione del fenomeno e, di conseguenza, per la costruzione di modelli di trattamento basati su una prospettiva biopsicosociale, ovvero in grado di contemplare le diverse dimensioni dell’addiction. Sono almeno tre le dimensioni che non possono essere trascurate: tratti di personalità, determinanti genetiche ed epigenetiche e fattori ambientali. A queste grandi aree risultano associate altre variabili ambientali che incidono significativamente sulla predisposizione al consumo: la percezione sociale della pericolosità, la disponibilità delle sostanze e l’atteggiamento culturale tanto da proporre addirittura una teoria della normalizzazione. Il modulo prevede una trattazione dettagliata delle dimensioni emergenti dai più recenti studi in fatto di predisposizione e ci sarà spazio per simulazioni/apprendimenti di tipo esperienziale.
14:00 – 18:00
Fattori predisponenti le dipendenze: il trauma – 4h
Docente: Dott.ssa Cristina Marzano
Numerosi studi scientifici hanno mostrato la presenza di una stretta relazione tra trauma e dipendenze patologiche. L’esposizione a eventi traumatici, infatti, rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo delle dipendenze da sostanze e comportamentali (p.e., Levin et al., 2021).La lezione affronterà il tema del trauma definendone le caratteristiche e l’eziopatogenesi, evidenziando in particolar modo le conseguenze fisiche, cognitive ed emotive dell’esposizione a uno o più eventi traumatici. Verrà spiegato il modo in cui il complesso insieme di strategie difensive che si innescano al momento del trauma, per fronteggiare eventi interpretati come minacciosi per sé o per i propri cari, possa generare il nucleo patologico del Disturbo da Stress Post-Traumatico (Post-Traumatic Stress Disorder – PTSD), del Disturbo da Stress Post-Traumatico Complesso (Complex PTSD) ma anche di altri disturbi psicopatologici tipicamente correlati al trauma. Sarà evidenziato il perché i comportamenti di dipendenza possono rappresentare delle strategie di coping (funzionali a breve termine ma disfunzionali a lungo termine) per gestire e regolare sensazioni, emozioni, pensieri e ricordi dolorosi legati al trauma.
2° Weekend
Sabato 6 maggio 2023
9:00 – 18:00
Fenomenologia e caratteristiche delle dipendenze da sostanze e comportamentali – 8h
Docente: Dott.ssa Chiara Schepisi
La dipendenza si può sviluppare sia verso sostanze, sia lecite che illecite, che verso comportamenti o relazioni. Questa eterogeneità rende necessario focalizzarsi sulle caratteristiche fenomenologiche e psicopatologiche delle principali dipendenze:
Dipendenze da sostanze
- Dipendenza da nicotina
- Dipendenza da farmaci
- Dipendenza da oppiacei (eroina, morfina, ecc.)
- Dipendenza da cocaina
- Dipendenza da alcol
- Dipendenza da allucinogeni (MDMA, LSD, ayahuasca, ecc.)
- Dipendenza da cannabis
- Dipendenza da caffeina e energy drink
- Dipendenza da inalanti
- Dipendenza da metamfetamine
Dipendenze comportamentali
- Dipendenza da steroidi
- Dipendenza da gioco
- Dipendenza da internet
- Dipendenza da videogiochi
- Dipendenza da social network
- Dipendenza da cellulare (smartphone)
- Dipendenza da shopping (shopping compulsivo)
- Dipendenza sessuale
- Dipendenza da porno
- Dipendenza da serie TV
- Dipendenza affettiva
- Dipendenza da lavoro
- Dipendenza da esercizio fisico
Domenica 7 maggio 2023
09:00 – 13:00
Nuove sostanze psicoattive (NPS) e sostanze psicoattive di nicchia (incluso chemsex) – 4h
Docente: Dott. Alessandro Emiliano Vento
La crescente diffusione di Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), ossia di un esteso gruppo di molecole, eterogenee tra loro per quanto riguarda la struttura chimica, le quali condividono la caratteristica di determinare potenti effetti psicoattivi di varia natura, impone al clinico la conoscenza di questo argomento. Cresce altresì la diffusione delle NPS per potenziare comportamenti sessuali, fino al caso limite del ChemSex Party. La dicitura “nuove” non è riferita necessariamente ad una recente creazione, ma piuttosto vengono considerate tali per via della recente diffusione e popolarità tra gli utilizzatori “di nicchia”, ovvero i così detti “psiconauti”.
Il numero di NPS circolanti ha mostrato, negli ultimi vent’anni, una crescita costante, proprio per l’impatto “favorevole” del web su questo fenomeno: tali sostanze, prevalentemente vendute via internet, sono ad oggi oltre 4000, appartenenti a diverse famiglie (dati originali dal Progetto NPS_Finder).
Come accennato, internet gioca un ruolo estremamente importante nella gestione di questo mercato, ancora poco regolamentato, all’interno del quale gli utenti sono motivati ad assumere NPS anche perché queste molecole non vengono rintracciate con i comuni test tossicologici impiegati e pertanto non veicolano il rischio in sede medico-legale (ad esempio per i controlli legati al possesso della patente di guida o all’idoneità al lavoro, al possesso di porto d’armi ecc.).
Sul web la vendita di molecole non ancora “tabellate” (ovvero non ancora inserite all’interno delle tabelle ministeriali con le molecole illegali), apparentemente vendute per finalità diverse dal consumo umano, risulta legale per molte NPS, aspetto che inoltre induce il consumatore all’erronea conclusione “legale significa sicuro”.
Molte NPS sono analoghi chimici di sostanze dichiarate illecite, progettati allo scopo di mimare gli effetti di queste ultime e spesso venduti sul web come sali da bagno, fertilizzanti per piante o con altre finalità fittizie, volte ad aggirare il problema della legalità. Per via della commercializzazione sul web vengono altresì denominate alternativamente “internet drugs”, “research chemicals”, oppure, siccome in grado di aggirare regolamenti e controlli, talvolta anche note come “legal highs”.
Ogni giorno nuove molecole vengono immesse sul mercato di internet proprio nel momento in cui altre similari vengono dichiarate illegali; ed è proprio per questo motivo che il compito di monitoraggio del fenomeno, da parte delle istituzioni, risulta assai complicato.
Le principali famiglie di NPS sono: i cannabimimetici sintetici (spice drugs), i catinoni sintetici, le fenetilamine, gli oppioidi sintetici, le triptamine, gli agonisti GABA, sostanze fenciclidino-simili (PCP-like), piperazine, numerose molecole di derivazione vegetale, diversi prodotti farmacologici utilizzati ad alto dosaggio e infine le cosiddette Performance and image enhancing drugs (PIEDs).
Le conseguenze psichiatriche, comportamentali e internistiche dell’uso di NPS costituiscono oggi una chiara minaccia per la salute pubblica: sebbene siano ancora incomplete le conoscenze relative agli specifici effetti psicofarmacologici e ai rischi a breve e lungo termine correlati al consumo di tali sostanze, dati emergenti suggeriscono che alcune molecole possono risultare più dannose delle molecole da cui hanno avuto origine, in termini di rischio di dipendenza, overdose ed effetti dannosi sulla salute, in particolare quella mentale. A complicare ulteriormente il fenomeno, e a renderne più ostica la comprensione e la sistematizzazione da parte dei clinici, è il fatto che i consumatori di NPS solitamente non si rivolgono ai servizi clinici se non per motivi di emergenza/urgenza, non considerando l’assunzione di queste sostanze come un fatto di rilevanza clinica.
14:00 – 18:00
Psicofarmacologia delle dipendenze nell’adulto e nell’adolescente – 4 h
Docente: Dott. Sergio De Filippis
L’alcol e la dipendenza da sostanze sono fenomeni complessi e problematici, in costante crescita in tutto il mondo. Circa 250 milioni di persone nel mondo usano ogni anno sostanze illecite come marijuana, hashish, cocaina, crack, eroina, allucinogeni, inalanti e farmaci da prescrizione illegali e circa 27 milioni soffrono di disturbi da uso di sostanze (SUD).
La dipendenza è definita come una “malattia cerebrale cronica e recidivante caratterizzata dalla ricerca e dall’uso compulsivo di droghe, nonostante le conseguenze dannose”.
Molti altri comportamenti compulsivi, talvolta, possono essere interpretati come dipendenze: l’abuso di internet o della televisione, il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, alcuni disturbi del comportamento alimentare, condotte ad alto rischio, il lavoro, il sesso, le religioni, ed altri ancora, laddove assumano le caratteristiche della perdita di controllo e della compulsività.
Gli obiettivi del trattamento sono tre: (i) alleviare i sintomi del BD, (ii) ridurre le sostanze di abuso, e (iii) prevenire le ricadute. Il raggiungimento di questi obiettivi, in pratica, dovrebbe comportare un approccio integrato in modo da fornire un trattamento simultaneo sia per SUDS che per le patologie concomitanti.
Tuttavia, a causa dei problemi di aderenza al trattamento e di risposta, è fondamentale che i farmaci abbiano un basso potenziale di abuso, richiedendo il dosaggio di frequente, e siano ben tollerati.
3° Weekend
Sabato 17 giugno 2023
09:00 – 13:00
Le terapie biologiche ed i nuovi approcci farmacologici alle dipendenze – 4 h
Docente: Dott. Alessandro Emiliano Vento
La scelta dei presidi terapeutici, farmacologici e non, da utilizzare nel trattamento dei disturbi psichici da uso di sostanze e nella cura delle varie forme di addiction costituisce un processo decisionale fondamentale per un esito favorevole del trattamento. Il modello d’intervento, nella prospettiva della riduzione del danno e della recovery, intesa come processo attivo e dinamico di supporto e responsabilizzazione rispetto alle cure e alle attività della vita quotidiana, mediante lo sviluppo di strategie rivolte non solo al trattamento dei sintomi, ma soprattutto al superamento delle minacce secondarie alla disabilità, che comprendono stigma, discriminazione ed esclusione sociale, fino al raggiungimento della migliore condizione possibile per quella specifica persona, in quel determinato momento della sua storia. A tale processo non partecipa solo il medico prescrittore, ma altresì ogni operatore socio-sanitario mediante attività di supporto, counseling ed orientamento. Pertanto, la conoscenza degli strumenti biologici di cura deve essere necessariamente acquisita da tutte le figure professionali interessate al caso. Nel trattamento dei disturbi da addiction è necessario, per la natura stessa del disturbo, un vero e proprio “corpo a corpo” con il paziente, ossia una relazione più intensa e continuativa, con un setting flessibile, rispetto alle modalità con cui si approccia nella cura dei disturbi psichici “tradizionali”; la scelta degli strumenti terapeutici ha massima rilevanza nel condizionare l’esito del trattamento. All’interno di questo complesso processo decisionale, vengono presi in considerazione l’impiego dei più moderni trattamenti farmacologici, dei trattamenti biologici non farmacologici come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) e le modalità d’integrazione di questi con trattamenti di matrice psico-sociale. Le possibili sinergie tra differenti strumenti di cura, valutando le specifiche esigenze dell’utente e le variabili legate al contesto, conducono alla stabilità clinica ed al successo nel trattamento.
14:00 – 18:00
Complicanze mediche associate all’uso di sostanze – 4 h
Docente: Dott.ssa Chiara Schepisi
Le conseguenze sul piano della salute fisica dell’uso di sostanze rappresentano un importante fattore da valutare in primis in fase di approfondimento clinico allo scopo di eseguire una corretta diagnosi differenziale dei sintomi psichici e come potenziali fattori di mantenimento. Inoltre, conoscere i rischi connessi ai comportamenti per i quali il paziente ricorre alla cura è fondamentale per il trattamento sia in chiave psicoeducativa che di definizione degli obiettivi clinici.
Domenica 18 giugno 2023
9:00 – 18:00
Assessment clinico – 8 h
Docente: Dott. Filippo Perrini
L’assessment clinico è un elemento centrale per comprendere le problematiche del paziente e impostare un piano di trattamento adeguato che tenga conto della complessità del funzionamento dell’individuo. Il modulo formativo si pone l’obiettivo di fornire strumenti clinici e scale standardizzate per valutare il profilo di funzionamento generale e i sintomi e segni tipici del paziente con Disturbo da Uso di Sostanze e/o dipendenze comportamentali. Saranno approfondite le caratteristiche cliniche e i criteri nosografici necessari a una corretta valutazione e diagnosi del paziente e verranno fornite informazioni generali per una prima fase di concettualizzazione del caso. È prevista sia una parte teorica che una breve parte pratica per rendere ogni partecipante in grado di utilizzare gli strumenti presentati al corso.
4° Weekend
Sabato 1 luglio 2023
9:00 – 18:00
Teoria e tecniche interventi. Applicazione clinica della TCC per le dipendenze comportamentali – 8h
Docente: Dott.ssa Amelia Fiorin
Il concetto di dipendenza ha subito nel corso del tempo, un importante cambiamento fenomenologico, che ha imposto ai Servizi pubblici e del Privato Sociale, un adattamento delle offerte di trattamento. I nuovi stili di consumo, le modifiche dei mercati delle sostanze addittivanti (nuove droghe), la diversificazione dell’offerta non solo di sostanze ma anche di stimoli “addictive” e di comportamenti di rischio come il gioco d’azzardo, internet addiction e sex addiction hanno posto i servizi pubblici di fronte a nuove sfide. Nell’accogliere i nuovi bisogni di cura che si sono affacciati ai servizi specialistici è stato necessario abbandonare e modificare l’approccio monotematico costruito sull’esperienza di anni di trattamento della dipendenza da eroina ed integrare gli interventi con protocolli di lavoro clinico rivolti alle dipendenze comportamentali.
Modificare le tecniche di approccio, utilizzare chiavi di lettura più complesse per comprendere l’organizzazione patologica dell’addiction, utilizzare strumenti di assessment per profilare i pazienti ed individuare l’intervento elettivo, così come adottare un approccio medico basato sull’evidenza (EBM-Evidence Based Medicine) sono solo alcuni dei passaggi paradigmatici che si sono realizzati per avviare un processo di cura rivolto alle dipendenze comportamentali. In Italia esiste una lunga esperienza di ricerca e lavoro clinico rivolta alla patologia da gioco d’azzardo e sussistono protocolli di intervento specifici che hanno integrato vecchie e nuove tecniche terapeutiche. Il presente corso desidera offrire una proposta di inquadramento del disturbo da gioco d’azzardo, un’ipotesi di assessment specifica e profilatura dei giocatori così come proposta dalla letteratura scientifica. Verranno anche presentati specifici approcci terapeutici ed interventi di contenimento del comportamento a rischio arricchiti da esemplificazioni cliniche.
Domenica 2 luglio 2023
9:00 – 18:00
Teoria, tecniche e interventi. Applicazione clinica della TCC per le dipendenze da sostanze (Seconda parte) – 8 h
Docente: Dott. Michele Lovato
Talvolta, ascoltando il racconto di chi ha conosciuto le sostanze, si ha l’impressione che il consumo di droghe o alcol sia solo la punta emersa di un iceberg, l’ultimo anello che si aggiunge ad una catena di sofferenze e disagi già presenti. È come se certe difficoltà, che affondano le proprie radici nella storia di vita della persona, avessero preparato il terreno su cui la dipendenza è germogliata acquistando, solo infine, vita autonoma.
Le terapie psicologiche per la cura del disturbo da uso di sostanze (DUS) non possono quindi prescindere da un’attenta concettualizzazione del caso che sappia definire la funzione del consumo ed aiutare il clinico a definire e condividere con il paziente un piano di intervento.
Nel modulo verrà presentata una proposta pratica di concettualizzazione del caso e delle dinamiche che conducono all’assunzione della sostanza in un’ottica cognitivo-comportamentale. Si vedrà inoltre come procedere per costruire dei piani di intervento condivisi, saranno illustrati alcuni processi di cambiamento e esemplificate delle tecniche di intervento utili nella cura del DUS.
Si tratta di un modulo prevalentemente pratico.
5° Weekend
Sabato 9 settembre 2023
09:00 – 13:00
Teoria, tecniche e interventi. Applicazione clinica della TCC per le dipendenze da sostanze (Seconda parte) – 4 h
Docente: Dott. Michele Lovato
Talvolta, ascoltando il racconto di chi ha conosciuto le sostanze, si ha l’impressione che il consumo di droghe o alcol sia solo la punta emersa di un iceberg, l’ultimo anello che si aggiunge ad una catena di sofferenze e disagi già presenti. È come se certe difficoltà, che affondano le proprie radici nella storia di vita della persona, avessero preparato il terreno su cui la dipendenza è germogliata acquistando, solo infine, vita autonoma.
Le terapie psicologiche per la cura del disturbo da uso di sostanze (DUS) non possono quindi prescindere da un’attenta concettualizzazione del caso che sappia definire la funzione del consumo ed aiutare il clinico a definire e condividere con il paziente un piano di intervento.
Nel modulo verrà presentata una proposta pratica di concettualizzazione del caso e delle dinamiche che conducono all’assunzione della sostanza in un’ottica cognitivo-comportamentale. Si vedrà inoltre come procedere per costruire dei piani di intervento condivisi, saranno illustrati alcuni processi di cambiamento e esemplificate delle tecniche di intervento utili nella cura del DUS.
Si tratta di un modulo prevalentemente pratico.
14:00 – 18:00
Il Colloquio Motivazionale nella terapia delle dipendenze: conversazioni sul cambiamento – 4h
Docente: Dott. Valerio Quercia
Lavorare con persone dipendenti implica il saper soggiornare, per usare le parole di Miller, all’interno della ‘foresta dell’ambivalenza’, un luogo relazionale infestato da insetti molesti a cui morsi si vorrebbe sottrarsi. Implica, inoltre, lo sperimentare momenti in cui il sistema di accudimento del clinico si attiva inutilmente, quello cooperativo crolla sotto al mancato rispetto delle promesse e degli impegni presi dall’altro, in cui l’attitudine compassionevole viene meno di fronte a individui che negano, minimizzano o omettono informazioni cruciali.
Il terreno su cui si fonda la relazione terapeutica diviene in quei momenti scivoloso, a tal punto da sovrastare anche le capacità cliniche più consolidate e il comportamento di chi vuole aiutare, si posiziona coerente con l’obiettivo di correggere la stortura, e subito: è il momento in cui, motivati da un genuino desiderio di alleviare le sofferenze altrui, il clinico si abbandona al ‘riflesso a correggere’ (raddrizzando il quadro), si impegna ‘nell’indirizzare nella giusta direzione’ (bonificando l’abitazione).
La definizione più semplice di Colloquio Motivazionale (ne esistono almeno tre di crescente complessità) è che è “uno stile collaborativo di conversazione volto a rafforzare la motivazione e l’impegno al cambiamento di una persona”. E la sensazione, quando lo si utilizza in modo sapiente, è proprio quella di conversare con l’altro a cui si cerca di prestare aiuto, senza la presunzione di avere risposte, ma con il semplice e autentico desiderio di aiutarlo a confrontarsi con sé stesso, a fare luce su cosa per lui abbia davvero importanza, su che tipo di persona voglia essere (valori), in quali obiettivi di autorealizzazione si riconosca e su quanto si senta in grado di raggiungerli.
Il colloquio motivazionale è un metodo, composto di tecniche comunicative (abilità di base) utilizzate in modo strategico a seconda dei processi in quel momento in atto. Ma, per quanto possa esserne sofisticato l’utilizzo, a nulla valgono le tecniche senza il terreno su cui il clinico fonda la relazione con l’altro; un terreno il cui sostrato si compone di tolleranza, collaborazione, compassione, accettazione, empatia e atteggiamento maieutico. Il seminario, di quattro ore, si propone di mettere in luce le caratteristiche salienti del Colloquio Motivazionale e di suscitare nei partecipanti l’interesse ad approfondire questo metodo.
Domenica 10 settembre 2023
9:00 – 18:00
Disturbi di personalità correlati alle dipendenze – 8h
Docente: Dott. Filippo Perrini
I Disturbi da Uso di Sostanze e le dipendenze comportamentali sono tipicamente in comorbidità con altre diagnosi psichiatriche, la doppia diagnosi rappresenta infatti la regola più che l’eccezione. I Disturbi di Personalità sono tra le diagnosi psichiatriche maggiormente associate alla presenza di abuso di sostanze e/o dipendenze comportamentali, in quanto la compulsiva ricerca di sostanze e/o di altri comportamenti disfunzionali si inserisce nella psicopatologia della personalità con funzioni specifiche, rappresentando a volte un fattore precipitante, altre volte un fattore di mantenimento e di esacerbazione della gravità del quadro clinico. Nel presente modulo verranno fornite informazioni sui Disturbi di Personalità maggiormente associati all’abuso di sostanze e approfondite le possibili funzioni che la sostanza d’abuso e/o la dipendenza comportamentale svolgono all’interno del funzionamento psicologico del paziente, per una corretta concettualizzazione del caso, necessaria per un trattamento efficace.
6° Weekend
Sabato 7 ottobre 2023
9:00 – 18:00
La DBT per le dipendenze nell’adolescente e nell’adulto (Prima parte) – 8h
Docente: Dott. Filippo Perrini
La Dialectical Behavior Therapy (DBT) è una terapia evidence-based ad oggi gold-standard per il trattamento di pazienti gravi con Disturbo Borderline di Personalità e comportamenti autolesionistici e suicidari. La DBT è stata estesa a varie aree della psicopatologia tra cui le dipendenze da sostanze e le dipendenze comportamentali, con risultati clinici ed evidenze scientifiche che ne sostengono l’utilizzo. Nel modulo verrà presentato il modello della DBT, che prevede la terapia individuale, lo skills training di gruppo e il coaching telefonico, con un’attenzione particolare all’adattamento per il trattamento delle dipendenze. Verranno inoltre descritte le differenze nel lavoro con adulti e adolescenti. Le giornate prevedono sia una parte teorica che una parte esperienziale che andrà ad interessare tutti i moduli dello skills training.
Domenica 8 ottobre 2023
9:00 – 18:00
La DBT per le dipendenze nell’adolescente e nell’adulto (Seconda parte) – 8h
Docente: Dott. Filippo Perrini
La Dialectical Behavior Therapy (DBT) è una terapia evidence-based ad oggi gold-standard per il trattamento di pazienti gravi con Disturbo Borderline di Personalità e comportamenti autolesionistici e suicidari. La DBT è stata estesa a varie aree della psicopatologia tra cui le dipendenze da sostanze e le dipendenze comportamentali, con risultati clinici ed evidenze scientifiche che ne sostengono l’utilizzo. Nel modulo verrà presentato il modello della DBT, che prevede la terapia individuale, lo skills training di gruppo e il coaching telefonico, con un’attenzione particolare all’adattamento per il trattamento delle dipendenze. Verranno inoltre descritte le differenze nel lavoro con adulti e adolescenti. Le giornate prevedono sia una parte teorica che una parte esperienziale che andrà ad interessare tutti i moduli dello skills training.
7° Weekend
Sabato 11 novembre 2023
9:00 – 18:00
Peculiarità delle dipendenze nella popolazione LGBTQIA+ – 8h
Docenti: Dott.ssa Antonella Montano e Dott.ssa Roberta Rubbino
La popolazione LGBTQIA+ si contraddistingue per aspetti sociali e problematiche specifiche riscontrabili nell’intero arco di vita. L’appartenere ad una minoranza sessuale significa essere sottoposti, da parte delle principali istituzioni fin da bambini, a rifiuto, esclusione, emarginazione, stigma sociale, discriminazione, macro e micro-aggressioni: una vera e propria negazione dei diritti civili e umani. Questo inevitabilmente comporta una significativa vulnerabilità in termini di salute fisica e psicologica. All’interno di questo quadro, le ricerche dimostrano che le dipendenze da sostanze (per esempio alcool) e comportamentali (per esempio sessuali) hanno percentuali molto elevate e si presentano o come diagnosi primaria oppure all’interno di un quadro traumatologico ben più complesso (Trauma correlato all’omofobia o atipicità di genere). Dopo un excursus teorico sugli aspetti psicologici peculiari della popolazione LGBTQIA+, verranno trattate nello specifico le dipendenze maggiormente presenti, la loro manifestazione e le differenze comportamentali che intercorrono tra la popolazione gay e lesbica.
Domenica12 novembre 2023
9:00 – 18:00
Fenomenologia e psicopatologia delle dipendenze relazionali da partner intimo – IPV – 8 h
Docente: Dott. Paolo Cianconi
Le relazioni con partner con profili di personalità definiti “tossici” producono effetti di dipendenza di difficile gestione, traumi e conseguenze sull’equilibrio psicofisico.
In effetti queste relazioni rappresentano un problema di salute mentale importante che affligge molte persone, anche secondo l’OMS e il DSM.
Questa lezione vuole spiegare la dipendenza che deriva dall’ incontro con partner intimi abusanti e violenti. Passerà in rassegna, inoltre, i profili di personalità “tossici” più comuni (narcisista, antisociale, paranoide, schizoide e psicopatico). Verranno forniti cenni di psicodiagnosi, “i circuiti di incastro e di trascinamento”, la psicotraumatologia associata, e infine le corrette pratiche di aiuto, sostegno, presa in cura e psicoterapia per le vittime.
8° Weekend
Sabato 2 dicembre 2023
9:00 – 18:00
Hakomi Mindful Somatic Psychotherapy. Strumenti somatici per la terapia delle dipendenze – 8h
Docente: Dott.ssa Valentina Iadeluca
Con i suoi principi di fondo e con le sue modalità operative, l’Hakomi Mindful Somatic Psychotherapy (Kurtz, 1981) è in grado di fornire al clinico che opera nel campo dei disturbi da addiction una serie di spunti di riflessione e di strumenti concreti in almeno tre aree. La prima riguarda la presenza del terapeuta. Gli Hakomi therapist, infatti, lavorano in un particolare stato di apertura all’esperienza dell’altro, che definiscono di loving presence. Il percorso con i pazienti è un viaggio collaborativo alla scoperta di sé, in cui il terapeuta funge da guida. Questo atteggiamento di fondo del clinico lenisce il senso di vergogna e isolamento che le persone alle prese con una dipendenza sperimentano ogni giorno e crea le basi per una relazione terapeutica in cui sia possibile fidarsi, affidarsi e aprirsi.
La seconda dimensione riguarda l’esplorazione della componente somatica dell’addiction. Nell’Hakomi tutto ciò che accade nel corpo, spesso al di sotto della soglia della nostra coscienza, viene studiato in mindfulness, condizione risvegliata, rilassata e non giudicante. Attraverso questo processo di assisted self-study, ovverosia di auto-studio assistito dal terapeuta, si arriva alla comprensione dei meccanismi psicosomatici di organizzazione della propria esperienza. La tensione verso la sostanza può essere, così, riconosciuta, esplorata con curiosità e non necessariamente agita. Questo processo consente, inoltre, di accedere agli apprendimenti impliciti perlopiù immagazzinati nelle prime fasi della vita. Esso permette, cioè, di gettare luce sulle circostanze storiche in cui siano stati messi a punto certi tipi di adattamenti al dolore di esistere – in questo caso, la dipendenza – e su quali siano le convinzioni di fondo che li sorreggano.
Infine, le recenti applicazioni dell’Hakomi al lavoro con il trauma offrono un set di strumenti che danno modo di lavorare sul corpo di questi pazienti, affinché quest’ultimo, da principale bersaglio del craving, possa diventare canale di guarigione e tempio di un nuovo modo di essere in relazione con sé stessi e con il mondo.
Il modulo affianca momenti di esposizione teorica a momenti di apprendimento di tipo esperienziale.
Domenica 3 dicembre 2023
9:00 – 18:00
La Mindfulness per le dipendenze per il clinico e per il paziente (Prima parte) – 8h
Docente: Dott.ssa Roberta Rubbino
I professionisti della salute mentale che trattano pazienti con diagnosi di dipendenza, affrontano quotidianamente un grande carico di stress e un costante lavoro di regolazione emotiva. Inserire la Mindfulness nella loro vita significherà creare un vero e proprio sistema di protezione verso sé stessi attraverso lo sviluppo di uno stato interiore accettante, non giudicante, sollecito ed empatico. Un prezioso nutrimento per il loro benessere fisico e psicologico. Inoltre, per ciò che concerne i pazienti, esiste il protocollo per la prevenzione delle ricadute basato sulla Mindfulness (MBRP- Mindfulness-Based Relapse Prevention) ideato da Bowed, Chawla e Marlatt nel 2011 che si muove nell’ottica della continuing care per le persone in fase di recupero e riabilitazione. Il MBRP nasce dall’integrazione del protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) con le abilità cognitivo comportamentali inerenti la prevenzione delle ricadute (RP-Relapse Prevention). Attraverso meditazioni di consapevolezza, specifiche finestre teoriche ed esercizi di allenamento, i partecipanti impareranno a non abbandonarsi all’immediata gratificazione del desiderio ma ad osservare e cavalcare l’onda del craving senza esserne travolti. Faranno proprio il delicato equilibrio tra pericolosa indulgenza e rigida rinuncia. Dopo una prima cornice teorica sulla Mindfulness e i suoi principi si presenterà, incontro per incontro il protocollo MBRP. Sono previsti momenti di meditazione ed esercitazioni singole e di gruppo.
9° Weekend
Sabato 13 gennaio 2024
9:00 – 18:00
La Mindfulness per le dipendenze per il clinico e per il paziente (Seconda parte) – 8h
Docente: Dott.ssa Roberta Rubbino
I professionisti della salute mentale che trattano pazienti con diagnosi di dipendenza, affrontano quotidianamente un grande carico di stress e un costante lavoro di regolazione emotiva. Inserire la Mindfulness nella loro vita significherà creare un vero e proprio sistema di protezione verso sé stessi attraverso lo sviluppo di uno stato interiore accettante, non giudicante, sollecito ed empatico. Un prezioso nutrimento per il loro benessere fisico e psicologico. Inoltre, per ciò che concerne i pazienti, esiste il protocollo per la prevenzione delle ricadute basato sulla Mindfulness (MBRP- Mindfulness-Based Relapse Prevention) ideato da Bowed, Chawla e Marlatt nel 2011 che si muove nell’ottica della continuing care per le persone in fase di recupero e riabilitazione. Il MBRP nasce dall’integrazione del protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) con le abilità cognitivo comportamentali inerenti la prevenzione delle ricadute (RP-Relapse Prevention). Attraverso meditazioni di consapevolezza, specifiche finestre teoriche ed esercizi di allenamento, i partecipanti impareranno a non abbandonarsi all’immediata gratificazione del desiderio ma ad osservare e cavalcare l’onda del craving senza esserne travolti. Faranno proprio il delicato equilibrio tra pericolosa indulgenza e rigida rinuncia. Dopo una prima cornice teorica sulla Mindfulness e i suoi principi si presenterà, incontro per incontro il protocollo MBRP. Sono previsti momenti di meditazione ed esercitazioni singole e di gruppo.
Domenica 14 gennaio 2024
09:00 – 18:00
La Teoria Polivagale per le dipendenze (Prima parte) – 8h
Docente: Dott.ssa Antonella Montano
Se guardiamo le dipendenze con le lenti della Teoria Polivagale, queste possono essere interpretate come una risposta adattiva da parte del sistema nervoso autonomo a situazioni stressanti o ad ambienti disfunzionali. Un tentativo del corpo per regolare gli stati emotivi soverchianti e mantenerci in vita quando essere presenti è troppo opprimente (Jan Winhall, 2019). La teoria Polivagale con i pazienti con dipendenza viene applicata in fase di recupero ed ha l’obiettivo di insegnare loro come il proprio sistema nervoso autonomo risponde ai segnali di pericolo o sicurezza, mobilitando risposte fisiologiche, che hanno specifiche conseguenze sulla mente e sul corpo. Dopo una prima parte teorica, ampio spazio sarà lasciato agli esercizi che permetteranno ai pazienti di mappare i propri stati di attivazione vagale e apprendere come modularli intenzionalmente così da sintonizzarsi con sé stessi e il mondo fuori ed assaporare il senso vero dell’esistenza.
10° Weekend
Sabato 3 febbraio 2024
09:00 – 13:00
La Teoria Polivagale per le dipendenze (Seconda parte) – 4h
Docente: Dott.ssa Antonella Montano
Se guardiamo le dipendenze con le lenti della Teoria Polivagale, queste possono essere interpretate come una risposta adattiva da parte del sistema nervoso autonomo a situazioni stressanti o ad ambienti disfunzionali. Un tentativo del corpo per regolare gli stati emotivi soverchianti e mantenerci in vita quando essere presenti è troppo opprimente (Jan Winhall, 2019). La teoria Polivagale con i pazienti con dipendenza viene applicata in fase di recupero ed ha l’obiettivo di insegnare loro come il proprio sistema nervoso autonomo risponde ai segnali di pericolo o sicurezza, mobilitando risposte fisiologiche, che hanno specifiche conseguenze sulla mente e sul corpo. Dopo una prima parte teorica, ampio spazio sarà lasciato agli esercizi che permetteranno ai pazienti di mappare i propri stati di attivazione vagale e apprendere come modularli intenzionalmente così da sintonizzarsi con sé stessi e il mondo fuori ed assaporare il senso vero dell’esistenza.
14:00 – 18:00
L’importanza dei gruppi di auto-mutuo aiuto – 4h
Docente: Dott. Jonathan Righi
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha definito l’Auto Mutuo Aiuto e i Programmi di Comunità come “l’insieme di tutte le misure adottate da figure non professioniste per promuovere, mantenere o recuperare la salute, intesa come completo benessere fisico, psicologico e sociale di una determinata comunità”.
La vera novità in campo sociosanitario degli ultimi 30 anni è stata il graduale sviluppo, su gran parte del territorio nazionale, di una rete di Associazioni di Auto Mutuo Aiuto che hanno concretamente dimostrato di poter rappresentare, in molti casi, una risposta più efficace, territorializzata e accettabile, anche come costi, per affrontare molti passaggi “critici” della vita (familiare e di coppia) o il trattamento a medio/lungo termine di numerosi disagi (problemi alcool correlati, dipendenze da sostanze, dipendenze comportamentali, lutti, difficoltà psichiche e di salute, …).
Le Associazioni di Auto Mutuo Aiuto, formate dagli stessi “portatori di interesse” e fondate sulla “gratuità = auto responsabilità” e sullo scambio esperienziale reciproco, possiedono un implicito grande potenziale trasformativo (Barrett & Murphy, 2020). Spesso, alla sofferenza per l’esperienza che si è vissuta o che si sta ancora vivendo, si aggiungono il timore del giudizio, il dubbio che nessuno possa davvero capire cosa si sta provando o di cui ci si possa fidare o che possa essere interessato davvero a noi e ai nostri problemi. I gruppi di Auto Mutuo Aiuto consentono, invece, di scoprire e sperimentare che non si è soli e che si può appartenere nuovamente a un progetto più ampio. I problemi condivisi nel gruppo, infatti, non sono più percepiti come esclusivamente personali e ciò facilita la possibilità di rielaborare le proprie esperienze e i propri vissuti, aiutando il processo di accettazione di sé stessi e della propria storia (Wells, 2021). La costruzione, poi, di nuove relazioni consente di ritrovare fiducia e senso di sicurezza. Attraverso il gruppo le esperienze personali si arricchiscono di nuovi significati, facilitando la revisione dei propri schemi cognitivi e comportamentali e promuovendo l’acquisizione di abilità e atteggiamenti più efficaci per la ridefinizione del proprio percorso di vita.
Numerose ricerche hanno dimostrato l’efficacia dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto sia nell’affiancamento ad una terapia cognitivo-comportamentale per il trattamento delle dipendenze, sia nella prevenzione delle ricadute. Nello specifico i vantaggi dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto sono stati riscontrati nell’ambito della dipendenza da sostanze, come illustrato da una ricerca basata sulla presa in esame di tutti i principali database (ad es. Cochrane Drugs and Alcohol Group Specialized Register, PubMed, Embase, PsycINFO e ClinicalTrials.gov) che ha dimostrato quanto gruppi self-help di Alcolisti Anonimi basati sul modello del Programma dei 12 Passi corrispondano alle modalità di trattamento più efficaci in termini di astinenza e remissione (Kelly et. al, 2020). Analoga efficacia è stata riscontrata anche nell’ambito delle dipendenze comportamentali, come quella del gambling. Uno studio di Oei e collaboratori ha dimostrato che la partecipazione ai gruppi di Auto Mutuo Aiuto da parte di persone con dipendenza da gioco d’azzardo portava a miglioramenti significativi nella frequenza del gioco, nell’importo medio giocato al giorno, e contribuiva alla riduzione di stati psicologi correlati alla dipendenza, quali depressione, ansia, stress, ecc. (Oei et. al, 2018).
Pertanto, in questa lezione saranno presentati i gruppi di Auto Mutuo Aiuto attraverso il contributo di alcuni dei loro rappresentanti, che si faranno portavoce della loro esperienza diretta.
Domenica 4 febbraio 2024
9:00 – 18:00
Conclusioni e test di verifica
Docenti: Dott.ssa Antonella Montano, Dott. Filippo Perrini e Dott. Alessandro Emiliano Vento