La Storia del Movimento LGBT+

La Storia del Movimento LGBT+

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Negli anni ’60 e ’70 ci fu una svolta radicale nella natura del movimento per i diritti civili degli individui LGBT+. Come accadde anche per altri movimenti di quel periodo storico, ci fu un’enorme crescita del numero delle persone LGBT+ che uscirono allo scoperto per far valere i propri diritti.

Generalmente, i moti di Stonewall del 1969 vengono identificati simbolicamente come il punto di inizio per quello che sarà il movimento di liberazione omosessuale contemporaneo in tutto il mondo. È importante sottolineare però, che questi scontri non furono la prima manifestazione di protesta contro i soprusi messi in atto dalla polizia americana. Nei primi anni Sessanta, infatti, si possono ricordare diverse manifestazioni e proteste, specie in difesa della comunità delle donne transgender (come quella a seguito dell’incursione alla Compton Cafeteria di San Francisco del 1966). Ad ogni modo, i così detti Moti di Stonewall costituiscono l’occasione nella quale tali forme di protesta riuscirono a raggiungere una eco, soprattutto mediatica, ben più pervasiva. Questi moti prendono il nome dallo storico locale Stonewall Inn, del Greenwich Village di New York, che la comunità LGBT+ dell’epoca era solita frequentare. Le incursioni della polizia nei locali LGBT+ erano una consuetudine abbastanza regolare, tuttavia, il sesto distretto di New York era solito avvisare i gestori dello Stonewall Inn prima delle retate, che avvenivano generalmente prima di sera, così da dare la possibilità in orario più tardo di riprendere l’attività. La sera del 27 Giugno 1969, però, i gestori del locale non vennero avvisati e, dopo l’una di notte, gli ufficiali del distretto entrarono nel bar per arrestare coloro i quali erano privi dei documenti di identità e tutte le persone vestite con abiti del sesso opposto, oltre ad alcuni dipendenti. In verità, ci sono diverse versioni sulle modalità attraverso cui ebbe inizio la rivolta, la più colorita delle quali vuole la donna transgender Sylvia Rivera scagliare il proprio tacco contro un agente, dopo essere stata pungolata con un manganello. In ogni caso, presto la rivolta si accese tra la folla, stimata in 2000 persone contro 400 poliziotti, al grido di “Gay Power!”. I disordini proseguirono anche nei giorni seguenti, facendo emergere tutta la rabbia per il modo in cui era stata trattata la comunità LGBT+ nei decenni precedenti.

A luglio si formò il Gay Liberation Front, tra le cui prime azioni ci fu l’organizzazione di una marcia contro la persecuzione degli omosessuali e da allora molti gay Pride in tutto il mondo scelgono il mese di giugno per commemorare i moti di Stonewall e rivendicare i propri diritti. Nel 1977, Harvey Milk è il primo uomo dichiaratamente gay ad essere eletto consigliere comunale di San Francisco, una delle maggiori città degli Stati Uniti. Le sue battaglie a favore di leggi per i diritti della comunità LGBT+ sono note, soprattutto per quanto riguarda la sua opposizione alla Proposition 6, la quale avrebbe previsto il licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay. Purtroppo Harvey Milk viene assassinato nel 1978 insieme al sindaco, da un ex consigliere comunale, all’interno del municipio. La sera dell’omicidio riuscì ad organizzarsi un corteo spontaneo a lume di candela di oltre trentamila persone in memoria del consigliere.

Gli anni ‘80 sono gli anni in cui il movimento LGBT+ e il mondo intero devono fare i conti con l’epidemia dell’AIDS. Nell’opinione pubblica si diffuse l’idea che l’AIDS fosse correlato all’omosessualità, tant’è vero che pochi sanno che all’inizio la sindrome era chiamata GRID, ovvero Gay-Related Immune Deficiency. Nonostante i medici dell’epoca smentirono presto la correlazione tra AIDS e omosessualità, purtroppo la propaganda di alcune chiese diffuse la convinzione che la malattia fosse una punizione di Dio per i gay. Purtroppo questa malattia fece moltissime vittime all’interno della comunità LGBT+, anche molto note, e infatti fino alla metà degli anni ‘90 i temi del sesso protetto e della promozione dell’uso del preservativo per la prevenzione dell’HIV e dell’AIDS divennero predominanti per i movimenti LGBT+ internazionali.

Con gli anni 2000 i movimenti LGBT+ di tutto il mondo iniziano a vedere riconosciuti i diritti di coppia. Ha, infatti, inizio la lunga serie di Paesi che promulgano leggi per istituire le unioni civili tra persone dello stesso sesso, sebbene la Danimarca sia stata precorritrice dei tempi, promulgando la legge nel 1989, mentre l’Italia ha dovuto aspettare più di 25 anni, fino al 2016.

Per quanto riguarda il caso specifico italiano, bisogna risalire fino al 1922 per individuare il primo tentativo di istituire un movimento di liberazione nazionale, ad opera dell’unico delegato italiano al Congresso mondiale sulla libertà sessuale: Aldo Mieli. Il congresso si tenne in Germania dopo la prima guerra mondiale, e fu organizzato soprattutto per merito di Magnus Hirschfeld, un medico sessuologo ebraico, in prima linea per l’abrogazione del famoso paragrafo 175, una sezione del codice penale tedesco che criminalizzava i rapporti sessuali fra uomini, e che raccolse le firme di importanti intellettuali dell’epoca, tra i quali Albert Einstein, Hermann Hesse, Thomas Mann, e Lev Tolstoj. Purtroppo, l’ascesa del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori di Hitler ne impedì l’abrogazione col tristemente noto risultato che gli omosessuali, come gli ebrei, gli zingari, i rom, i prigionieri politici, ecc, saranno catturati e inviati nei campi di concentramento. Aldo Mieli riuscì per un primo periodo a portare avanti le sue battaglie nonostante l’ascesa del regime fascista, tuttavia dovette abbandonare le sue lotte per rifugiarsi in Francia nel 1926.

Le prime associazioni LGBT+ iniziarono a nascere nel dopoguerra, ma soltanto dopo che la Democrazia Cristiana perse gran parte del suo potere. Essa, infatti, aveva da sempre tentato di bloccare qualsiasi tentativo di associazionismo omosessuale, come ad esempio la creazione della prima rivista omosessuale “Tages” di Bernardino Del Boca. Le prime associazioni che nacquero furono: la ROMA-1 (Rivolta Omosessuale Maschi Anarchici – prima fase) di Massimo Consoli nel 1966; il Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) di Angelo Pezzana e Mario Mieli nel 1971, con sede principale a Torino, che fondò anche un suo giornale dallo stesso nome; il CIDAMS (Centro Italiano per la Documentazione delle Attività delle Minoranze Sessuali) nel 1973 sempre ad opera di Massimo Consoli, che ebbe il merito di aprire ufficialmente all’interno del Partito Comunista Italiano la cosiddetta “questione omosessuale”, ad un anno dall’assassinio di Pierpaolo Pasolini. Il Fuori!, invece, aderisce al partito radicale, rinunciando in questo modo alla rappresentatività di tutte le persone omosessuali italiane.

Proprio in polemica con questa scelta, Mario Mieli, teorico degli studi di genere, autore del famoso saggio “Elementi di critica omosessuale” abbandonò l’associazione. Mario Mieli fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di genere, dando anche motivo di scandalo per l’epoca. Morì suicida nel 1983, all’età di soli 30 anni dopo un lungo periodo di depressione. Nello stesso anno della sua morte, nel 1983 nasce a Roma l’associazione a lui dedicata, il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. L’associazione romana si trova subito a dover affrontare la delicata questione dell’AIDS, offrendo in collaborazione con l’Ospedale Spallanzani, la possibilità di fare il test dell’HIV. Dal 1990 è l’organizzatrice di una delle serate autofinanziate LGBT+ più famose della capitale e di tutta Italia: Muccassassina.

La nascita di ARCI gay, invece, prende le mosse a partire da un evento di cronaca nera avvenuto a Giarre, in Sicilia, il 9 dicembre 1980. Due ragazzi, Giorgio Giammona e Antonio Galatola, rispettivamente di 25 e 15 anni, vengono trovati morti, mano nella mano, uccisi con un colpo di pistola alla testa. Non si è mai arrivati ad un colpevole nonostante le piste portassero a pensare che fossero stati uccisi su incarico delle famiglie ed addirittura, sembra, con il benestare dei due ragazzi. Questo caso di cronaca portò alla ribalta per la prima volta a livello nazionale la questione della discriminazione contro le persone omosessuali. Da qui, a Palermo, nacque la prima sezione dell’ARCI gay, ad opera di un sacerdote apertamente omosessuale, Marco Bisceglia. La prima importante riunione nazionale dell’ARCI gay avviene a Palermo nel 1982, ed è considerata come il primo Congresso nazionale dell’Associazione. Anche le donne lesbiche diedero vita al primo collettivo lesbico siciliano Le Papesse. Il delitto di Giarre viene considerato il punto di inizio del movimento omosessuale italiano contemporaneo. Il 3 marzo 1985, all’assemblea di Bologna dei circoli ARCI gay, si decise di unire i circoli in un’associazione nazionale assumendo il nome di Arcigay, con presidente Beppe Ramina e segretario nazionale Franco Grillini. Nel 1996, dalla separazione di Arcigay nasce Arcilesbica che, sebbene costituisca un soggetto autonomo da Arcigay, ne rimane soggetto federato. Arcilesbica ha tra i suoi scopi anche il raggiungimento della totale parità tra i sessi, indipendentemente dall’orientamento sessuale, nonostante alcune derive contemporanee che si identificano nel femminismo trans-escludente.

Nel corso degli anni, il movimento LGBT+ italiano si è distinto per la numerosità delle sue associazioni e movimenti, tra i quali si ricordano l’A.GE.D.O. (Associazione GEnitori di uomini e Donne Omosessuali), il MIT (Movimento Identità Transessuale) e Famiglie Arcobaleno (Associazione Genitori Omosessuali). Il primo Gay Pride si svolse nel 1994 a Roma, con la partecipazione di oltre 10mila persone, mentre nel 2000 si svolse, sempre a Roma, in concomitanza del Giubileo, il World Gay Pride con oltre 500mila persone ed infine nel 2011, ancora una volta a Roma, si svolse l’Europride con la partecipazione di circa un milione di persone.

Bibliografia

  • Barilli, G. R. (1999). Il movimento gay in Italia. Feltrinelli Editore.
  • Dall’Orto, G. (2015). Tutta un’altra storia. Il saggiatore.
  • De Leo, M. (2003). Omosessualità e studi storici. Omosessualità e studi storici, 1000-1034.
  • https://www.arcigay.it/
  • Montano, A., & Rubbino, R. (2021). Manuale di psicoterapia per la popolazione LGBTQIA+. Aspetti socio-culturali, modelli teorici e protocolli di intervento. Erikson.

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