Come dice il nome stesso [da ansia+ greco lytikós, che scioglie] i farmaci che appartengono a questa categoria attenuano i sintomi dell’ansia e dell’angoscia. Favoriscono inoltre il sonno (sono ipnoinducenti o sonniferi), hanno effetti sedativi e rilassano i muscoli (miorilassanti). La categoria biochimica più largamente utilizzata sono le benzodiazepine, utilizzate fin dagli anni ’60 per trattare l’ansia, i problemi di sonno, la mania, le crisi epilettiche e la sindrome da astinenza alcolica. Hanno sostituito i barbiturici che erano comunemente prescritti fino agli anni ’50, ma che producevano maggiore dipendenza ed erano molto pericolosi se assunti ad alti dosaggi.
Come funzionano?
Le benzodiazepine aumentano gli effetti inibitori del neurotrasmettitore GABA legandosi a un suo specifico recettore (GABA-A). Il neurotrasmettitore GABA ha generalmente un effetti calmante nel cervello umano.
Principi attivi e nomi commerciali
La stragrande maggioranza dei farmaci ansiolitici è composta da molecole denominate benzodiazepine. I principi attivi di quasi tutti gli ansiolitici terminano per questo in “azepam”, mentre i nomi commerciali sono i più svariati.
- In Italia sono disponibili oltre 50 farmaci contenenti benzodiazepine.
- Tra i più diffusi e maggiormente prescritti ricordiamo a spiccato effetto ansiolitico: Alprazolam (nomi commerciali Xanax, Frontal, Valeans, Mialin) Bromazepam (Lexotan, Compendium) Diazepam (Valium, Ansiolin, Tranquirit, Noan) Clordemetildiazepam (En) Lorazepam (Tavor, Control, Lorans)
- A spiccato effetto ipnoinducente: Lormetazepam o Metillorazepam (Noctamid, Minias) Ketazolam (Anseren).
- A spiccato effetto anticonvulsivante: Clonazepam (Rivotril)
Le principali differenze tra una benzodiazepina e l’altra sono quanto velocemente iniziano ad agire e quanto a lungo restano nel corpo (emivita). Ad esempio per problemi del sonno saranno preferite molecole con un’azione più rapida e un più rapido smaltimento per evitare che gli effetti sedativi perdurino al mattino successivo. Per i disturbi d’ansia saranno preferite molecole a smaltimento più lento che possano esplicare i loro effetti nell’arco della giornata.
Quanto sono efficaci le benzodiazepine?
Le benzodiazepine funzionano bene per trattamenti di breve durata sia dell’ansia che dei disturbi del sonno. Sono particolarmente efficaci nel disturbo d’ansia generalizzato e nella fobia sociale. Si sono rivelate utili anche nel disturbo di panico e nei disturbi ossessivo-compulsivi. Vengono inoltre efficacemente impiegate nel controllo delle somatizzazioni e nella sindrome da astinenza alcolica, nonché in alcune fobie e nelle depressioni con prevalenza ansiosa.
In generale l’utilizzo di benzodiazepine è indicato quando si raggiungono livelli di ansia insostenibili e i sintomi correlati interferiscono pesantemente con la qualità della vita del paziente.
Quali sono i principali effetti collaterali?
Gli effetti collaterali sono scarsi alle dosi terapeutiche potendo essere rappresentati (non necessariamente e non per tutti i pazienti) per lo più da un eccesso di sedazione con sonnolenza, stanchezza, vertigini. Tra gli altri effetti collaterali più comuni ricordiamo: tendenza all’aumento di peso, abbassamento della pressione arteriosa, eruzioni cutanee, calo del desiderio sessuale, riduzione della memorizzazione, rallentamento dei tempi di reazione (con difficoltà per la guida di veicoli).
Le benzodiazepine danno una forma specifica di dipendenza
In caso di assunzione per periodi di tempo prolungati è possibile sviluppare fenomeni di dipendenza ovvero sia la necessità di aumentare progressivamente le dosi per ottenere l’effetto terapeutico (tolleranza) sia il bisogno fisico di assumere il farmaco se si smette improvvisamente di assumerlo (craving). La dipendenza si instaura dopo 4-5 mesi di uso e, soprattutto in caso di interruzione brusca dell’assunzione di benzodiazepine molto potenti assunte ad alti dosaggi, può determinare crisi di astinenza.
La crisi di astinenza consiste in difficoltà a dormire, tensione e agitazione e un ritorno dei sintomi originari per i quali le benzodiazepine erano state prescritte. La crisi di astinenza solitamente insorge entro 48 ore dall’interruzione dell’assunzione, può essere da lieve a moderata e scompare nel giro di qualche giorno. Per alcune persone può invece essere di grado severo e produrre confusione e allucinazioni.
Una forma di dipendenza psicologica può instaurarsi anche con benzodiazepine più leggere o assunte per minor tempo quando il paziente si convince che senza il farmaco non può avere una vita normale.
Cosa devo fare per evitare la crisi di astinenza?
La dipendenza da benzodiazepine può essere definitivamente scongiurata se:
- ci si attiene scrupolosamente ai dosaggi indicati dal medico
- si assumono ansiolitici solo per sintomatologie ansiose gravi e invalidanti e non per qualsiasi livello di ansia
- se l’uso di benzodiazepine è stato circoscritto, controllato dai medici, e per bervi periodi
- si evita l’assunzione se si sono avuti o si hanno comportamenti d’abuso di farmaci o alcol- si interrompe l’assunzione gradualmente, ogni 2-4 settimane di 1/8 o di ¼.
Quanto dura un trattamento?
Di solito non più di qualche settimana.