Incubi notturni

Incubi notturni

Cosa sono?

Gli incubi sono dei sogni, dal contenuto terrifico, accompagnati da sentimenti quali la paura, l’ansia, ma anche rabbia, tristezza, disgusto e altre emozioni sgradevoli (disforiche), che arrivano a svegliare il soggetto disturbandone quindi il sonno.

Prima del risveglio, il soggetto si muove o emette qualche suono, raramente urla (al contrario dei terrori notturni), e le manifestazioni di attivazione del sistema nervoso autonomo (ad es. palpitazioni, sudorazione, respiro accelerato), sono rare.

Gli incubi tendono a presentarsi nelle prime ore dell’alba e si contraddistinguono per la piena consapevolezza al risveglio e per il vivido ricordo del contenuto dell’esperienza terrifica. La durata dell’evento è di norma breve, 4-15 minuti, ma spesso, dopo l’episodio, il soggetto può faticare a riaddormentarsi.

Quanto sono diffusi?

Gli incubi sono piuttosto comuni: il 47% della popolazione generale adulta dichiara di aver sperimentato almeno una volta un episodio, mentre il fenomeno si presenta in modo ricorrente nel 5-8% della popolazione.

Nei bambini la prevalenza risulta essere più elevata, 20-30% con un decremento nell’incidenza associato alla crescita.

Quali sono le cause?

La componente genetica nell’insorgenza del disturbo da incubi risulta essere molto elevata. In ogni caso molteplici cause possono essere individuate come scatenanti/favorenti, la comparsa del disturbo, tra queste possiamo menzionare:

  • Deprivazione di sonno e ritmo sonno veglia irregolare
  • Spuntini notturni o cena pesante (aumenta il metabolismo e quindi il cervello è più attivo)
  • Utilizzo di antidepressivi e/o narcotici
  • Interruzione improvvisa dell’uso di antidepressivi o dell’assunzione di alcool
  • Fattori psicologici
  • Altri disturbi del sonno (sindrome delle gambe senza riposo, apnee in sonno)

Come si presentano nell’adulto? A quali altri disturbi si accompagnano?

Nell’adulto gli incubi ricorrenti, oltre a rappresentare un fattore di disturbo del sonno e a portare quindi a conseguenze diurne (difficoltà di apprendimento/memoria, disattenzione, ecc…) non andrebbero mai sottovalutati, perché potrebbero mascherare patologie ben più serie. Infatti spesso gli incubi in età adulta possono essere indice di stress o di disagi psicologici quali ansia, depressione e soprattutto disturbo post traumatico da stress.

Tra i criteri diagnostici del disturbo post traumatico da stress troviamo proprio la presenza di incubi ricorrenti che si accompagnano in questo caso a comportamenti diurni alterati. Differentemente dalla norma, che vede gli incubi prevalere nell’ultima parte del sonno, nel disturbo post traumatico da stress, questi possono presentarsi anche durante le prime fasi del sonno, disturbando non poco l’addormentamento.

Certe caratteristiche di personalità, inoltre, sono maggiormente associate a sogni terrifici (che in questo caso sono presenti per tutta la vita). Il fenomeno appare maggiormente rappresentato in soggetti con disturbo borderline, disturbo schizoide e schizofrenia.

Come si presenta nel bambino?

Nei bambini gli incubi sono molto frequenti e, a differenza dell’adulto, non necessariamente rispecchiano un disagio psicologico. A volte possono rispecchiare ansia e insicurezza, in altri casi sono semplicemente il risultato di uno o più giorni particolarmente stressanti per il bambino.

Il contenuto riguarda spesso mostri, cadute, aggressioni da parte di animali, ecc…

Nel caso in cui gli incubi diventino ricorrenti (2-3 a settimana) si rende necessaria una indagine psicologica. È noto infatti che anche nel bambino è presente una associazione tra incubi e disturbi d’ansia o disturbo post traumatico da stress, ma soprattutto, un’associazione con l’ abuso infantile (fisico/psicologico) che va pertanto sempre indagata.

Come avviene la diagnosi?

La polisonnografia non risulta indicata nella diagnosi degli incubi notturni, a meno che non si abbia il dubbio di dover effettuare una diagnosi differenziale con altri disturbi del sonno o con fenomeni di natura epilettica.

In cosa consiste il trattamento?

Nel trattamento bisogna tener presente innanzi tutto se la causa è un disturbo d’ansia o un disturbo post traumatico da stress: lavorando sul disagio psicologico, quando presente, il disturbo si attenua e scompare di conseguenza.

La terapia cognitivo-comportamentale è particolarmente efficace nel risolvere il disturbo con tassi di successo del 70% dei casi trattati.

Sempre utile risulta l’applicazione dei principi di igiene del sonno e delle tecniche di rilassamento all’addormentamento. In alcuni casi, anche un training per lavorare sull’autostima del paziente si è rivelato utile.

L’approccio farmacologico è indicato nel caso in cui il disturbo abbia una elevata frequenza, determini una compromissione rilevante sulla qualità della vita del paziente,  oppure realizzi una eccessiva frammentazione del sonno. Purtroppo i farmaci utilizzati (gli antidepressivi triciclici), hanno, tra gli effetti collaterali, proprio un aumento degli incubi alla sospensione del farmaco. Per questo motivo è preferibile l’approccio psicologico o psicoterapeutico.


Per saperne di più:

Bruni O, Finotti E, Novelli L, Ferri R. Parasomnias in children. Somnologie,. 12 (1): 14-22 (2008).

Bruni O, Novelli L, Verrillo E. I disturbi del sonno nella prima e seconda infanzia: valutazione e diagnosi. In “Psicosomatica in età evolutiva” a cura di Rita Cerutti e Vincenzo Guidetti. Il Pensiero Scientifico Editore, pp 151-181. (2007).

Coccagna G. Il sonno e i suoi disturbi. Piccin nuova Libraria. 2000

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