Quali sono i Sintomi e le Cause della Depressione post partum. Cos’è, come si manifesta e cosa fare?

Quali sono i Sintomi e le Cause della Depressione post partum. Cos’è, come si manifesta e cosa fare?

Maternità e depressione post partum: 5 falsi miti

Si crede erroneamente che la maternità:

  • sia sempre un momento facile per la donna;
  • che sia “naturale”, quindi privo di problematiche;
  • che porti esclusivamente gioia e serenità;
  • che le madri debbano essere sempre felici di dedicarsi completamente ed esclusivamente ai loro bambini;
  • che eventuali disagi sofferti dalla madre o suoi disturbi dell’umore siano imputabili a una sua debolezza caratteriale o a pigrizia.

Questi rappresentano solo dei falsi miti, che colpevolizzano le madri e pesano negativamente sulla salute e sul benessere della neo-mamma e del bambino.

La maternità, anche quando non complicata da fattori interni o esterni, comporta il difficile compito di apprendere progressivamente un nuovo ruolo, di instaurare una relazione tanto complessa quanto ricca, di adattarsi a molti cambiamenti che determinano sempre un’elevata quota di stress.

La nascita di un bambino può innescare un miscuglio di potenti emozioni, a volte contrastanti: dall’eccitazione e dalla gioia alla paura e all’ansia. E può anche provocare stati depressivi più o meno gravi. Nel periodo post partum circa l’85% delle donne manifesta un qualche tipo di disturbo dell’umore. Per la maggior parte i sintomi sono lievi, di breve durata e si risolvono spontaneamente (Baby Blues); il 15-20% delle donne sviluppa invece sintomi più significativi di depressione o ansia, dalla depressione post partum fino alla più rara psicosi post partum, che necessitano un trattamento tempestivo e adeguato.

Baby Blues: che cos’è?

Con questo termine si indica una condizione di estrema stanchezza fisica della neo mamma e  di difficoltà nel relazionarsi con il proprio partner e con i familiari legata sia alle fatiche e allo stress del travaglio e del parto, sia al repentino cambiamento ormonale.

Nel baby blues il tono dell’umore è altalenante, con crisi di pianto non motivate; possono presentarsi difficoltà nella concentrazione e nel ritmo sonno – veglia, con frequenti risvegli;  possono poi comparire disturbi alimentari, come inappetenza o desiderio di mangiare molto e di tutto.

Fra le neo mamme, una percentuale compresa fra il 30% e l’80% attraversa questa esperienza che, fortunatamente, è temporanea e regredisce nell’arco di 7 – 10 giorni, senza lasciare conseguenze alla madre o al bambino. Solo una minima percentuale di casi può evolvere in una depressione post partum.

Depressione post partum: cos’è?

La depressione post partum è  una forma depressiva che si manifesta dopo il parto e che può mantenersi per circa 6-7 mesi, restando inalterata se non si interviene in modo appropriato.

Nella maggior parte dei casi, la depressione che si verifica nel post partum è l’evoluzione di una depressione in gravidanza non riconosciuta. Il rischio di depressione post partum in presenza di depressione prenatale è del 33%.

Si stima che, tra le neo mamme, il 10% – 20% possa  andare incontro a questo disagio psichico e che il 3% – 6% possa essere soggetto a depressione maggiore. Il 50% delle madri non trattate risultano ancora depresse dopo 6 mesi mentre il 25% delle madri non trattate risultano ancora depresse dopo 1 anno.

L’intensità di questa sintomatologia può variare da un lieve disagio nel gestire i rapporti all’interno del proprio nucleo familiare ad una totale difficoltà nell’affrontare gli eventi più banali legati o meno alla maternità. In questi casi, la madre va seguita attentamente da un terapeuta e aiutata dai familiari in quanto i mesi dopo il parto sono molto delicati per la madre e per il bambino.

L’impatto della depressione post partum materna sul bambino, infatti, persiste oltre l’infanzia: – i bambini risultano avere più bassi punteggi di QI a 11 anni

  • risultano più iperattivi e distraibili;
  • cresce la frequenza di attaccamenti insicuri,
  • maggiore ritardo nello sviluppo emozionale,
  • aumenta la probabilità di interazioni sociali difficili,
  • maggiore possibilità di sviluppare problematiche psicopatologiche;
  • si rallenta lo sviluppo del linguaggio espressivo.

Cause della depressione post partum

A concorrere allo sviluppo di una depressione post partum ci sono vari fattori, di diversa natura. Vediamo quali:

  • Complicazioni ostetriche
  • Parti pretermine
  • Parti multipli: spesso associati a parti pretermine, comportano maggiore deprivazione di sonno, isolamento sociale e richieste continue da parte dei gemelli (il 25% delle mamme sviluppa depressione post partum)
  • Altri problemi di salute della donna (dolori genitali, febbre e infezioni, sensazione di lassità addominale, squilibri ormonali)
  • Disturbi del sonno nel bambino
  • Bassa autostima materna
  • Basso sostegno sociale
  • Scarse conoscenze dello sviluppo infantile
  • Precedente depressione post partum
  • Eventi di vita stressanti
  • Particolari stress nell’accudimento del bambino
  • Difficoltà coniugali
  • Problemi economici e caratteristiche sociodemografiche
  • Credenze irrealistiche e miti (ad es. la maternità è un evento esclusivamente gioioso)
  • Carenza di strutture per sostenere i nuovi genitori
  • Aspettative culturali che non corrispondono alla realtà
  • Fattori di personalità
  • Familiarità psichiatrica

Sintomi della depressione post partum

All’inizio la depressione post partum può essere scambiata per baby blues, ma i segni e i sintomi sono più intensi, durano più a lungo e possono interferire, a lungo termine, con la capacità di prendersi cura del bambino e gestire altre attività quotidiane. I sintomi di solito si sviluppano entro le prime settimane dopo il parto, ma possono iniziare prima – durante la gravidanza – o successivamente – fino a un anno dopo la nascita.

I sintomi che caratterizzano la depressione post partum sono:

  • Predisposizione al pianto.
  • Irritabilità, che può presentarsi con un’aggressività espressa sia con le parole sia con i comportamenti ma che raramente porta alla violenza.
  • Insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzioni
  • Disturbi del sonno caratterizzati da difficoltà nell’addormentamento o da un risveglio precoce o da sogni angosciosi che provocano un brusco risveglio
  • Stanchezza fisica, legata all’insufficiente recupero che provoca l’accudire un bambino, e psicologica, che porta a difficoltà di concentrazione
  • Psicosomatizzazioni caratterizzate da disturbi dell’appetito (inappetenza con conseguente perdita di peso o bisogno esagerato di cibo) o, più raramente, palpitazioni e vertigini
  • Sentimenti di inadeguatezza nell’accudire il bambino (allattarlo, cambiarlo…)
  • Pensieri di tipo ossessivo legati al benessere del bambino come la preoccupazione di rispettare, con eccessiva precisione, gli orari dell’allattamento o del sonno
  • Senso di colpa legato al non sentirsi la “mamma modello” che si era immaginata in gravidanza
  • Perdita di desiderio sessuale che si associa alla condizione di maternage in cui la mamma vive solo per il bambino (questa situazione di solito si risolve entro i primi mesi, mentre in questo caso si protrae per circa 8 – 9 mesi)

Le madri con bassa autostima risulterebbero 39 volte più esposte ai sintomi depressivi post partum. Ciò sottolinea l’importanza di interventi volti ad agire sulla qualità dei rapporti interpersonali in grado di aumentare l’autostima delle donne con questo disturbo.

La sensazione di mancanza di controllo su emozioni, pensieri e comportamento è, secondo Beck, il problema centrale alla base della depressione post partum (Beck, 1998, 2001, 2002). Beck individua un processo a quattro stadi di “teetering on the edge” (camminare sull’orlo) nel tentativo di fronteggiare il problema della sensazione della mancanza di controllo:

  • l’incontro con il terrore (ansia marcata, pensieri ossessivi, confusione mentale)
  • la morte del Sé (il Sé usuale non è più presente; sensazione allarmante di irrealtà)
  • la lotta per la sopravvivenza (le diverse richieste di aiuto)
  • il ristabilimento del controllo (il rimpianto per il tempo perduto a causa della depressione post partum nel rapporto con il bambino)

La sintomatologia è spesso sottodiagnosticata (fino al 50% dei casi) anche perché le donne che soffrono di depressione post partum tendono a nascondere ciò che provano.

Cosa fare in caso di depressione post partum?

Con l’arrivo di un bambino la quotidianità viene stravolta: le giornate passano più rapidamente, incentrate sul totale accudimento del piccolo.

Le madri hanno bisogno di sentirsi sicure per aprirsi e comunicare le proprie emozioni e i propri pensieri negativi, è importante che si sentano “autorizzate” a parlare liberamente dei propri sentimenti, quali colpa, vergogna, paura. Le emozioni di rabbia e irritabilità sono segnali particolarmente importanti.

Alcuni suggerimenti per affrontare la fatica richiesta dalla situazione sono:

Accettare aiuto se qualcuno si offre e vuol dare una mano è doveroso accettare, che non significa essere dipendenti da qualcuno, ma una buona occasione per organizzarsi meglio. L’intero nucleo familiare (madre, suocera, etc.) potrebbe essere entusiasta di prendersi cura della mamma e del bimbo nello svolgimento delle normali attività quotidiane;

Distrarsi e svagarsi: trascorrere del tempo al di fuori delle mura domestiche aiuta a star bene, per queste ragioni è importante portare il bimbo a fare una passeggiata oppure dedicare del tempo a sé stesse;

Non rimproverarsi: non essere eccessivamente severe con sé stesse nella gestione dell’attività quotidiana;

Gratificare il partner: la condivisione dei lavori casalinghi può rappresentare un valido strumento per condividere momenti di tranquillità con il compagno, senza essere troppo critiche e poco gratificanti.

Svolgere attività fisica: l’esercizio fisico incentiva il benessere mentale, quindi svolgere abitualmente attività motoria migliorerà la propria stima e l’immagine corporea.

Come aiutare chi soffre di depressione post-partum?

È importante capire che la depressione è una condizione che colpisce la madre, il bambino e la famiglia. I coniugi, i partner, i familiari e gli amici possono essere i primi a riconoscere i sintomi della depressione post partum in una neomamma. Il trattamento è fondamentale per il recupero. I membri della famiglia possono incoraggiare la madre a parlare con un medico, uno psicoterapeuta e offrire supporto emotivo, nonché assistere nelle attività quotidiane come prendersi cura del bambino o della casa.

Anche i gruppi di sostegno possono offrire una buona fonte di supporto e informazioni.

Psicosi post partum

La psicosi post partum è una condizione rara che si sviluppa tipicamente entro la prima settimana dopo il parto: si tratta di una forma grave di psicosi con un’incidenza stimata intorno all’ 0.2%.

Le neo mamme sono totalmente incapaci di affrontare la vita quotidiana e di accudire il proprio bambino/i.

I segni e i sintomi della psicosi post partum possono includere:

  • Confusione e disorientamento
  • Pensieri ossessivi sul bambino
  • Allucinazioni e deliri
  • Disturbi del sonno
  • Eccessiva energia e agitazione
  • Paranoia
  • Tentativi di danneggiare sé stessi o il bambino

La psicosi post partum può portare a pensieri o comportamenti pericolosi per la vita e richiede un trattamento immediato: è necessario l’intervento di uno psichiatra affinché vengano iniziate le terapie psico – farmacologiche e psicoterapeutiche appropriate.

La depressione post partum nei padri

Anche i nuovi padri possono sperimentare la depressione post partum. Possono sentirsi tristi o affaticati, essere sopraffatti, provare ansia o avere cambiamenti nei loro abituali schemi di alimentazione e sonno, praticamente possono avere gli stessi sintomi delle madri con depressione post partum.

I giovani padri con una storia di depressione, con problemi di relazione o con difficoltà finanziarie sono i più a rischio di depressione post partum. La depressione post partum nei padri, o depressione post partum paterna, può avere lo stesso effetto negativo sulle relazioni con la partner e sullo sviluppo del bambino della depressione post partum nelle madri.

Se sei un neo papà e stai vivendo sintomi di depressione o ansia durante la gravidanza della tua partner o nel primo anno dopo la nascita di tuo figlio, rivolgiti ad uno psichiatra e/o ad uno psicoterapeuta. Trattamenti e supporti simili forniti alle madri con depressione post partum possono essere utili nel trattamento della depressione post partum nei padri.

Autore/i

Dott.ssa Mariangela Ferrone

Dott.ssa Mariangela Ferrone

Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Psicoterapeuta TMI (terapia metacognitiva interpersonale) livello EXPERT. Per molti anni è stata Coordinatrice del Centro di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, del Servizio di Psicoterapia e Counseling Universitario presso la UOC di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Attualmente è docente per l’insegnamento di “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” nel corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sede Sant’Andrea presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, nonché docente interno e supervisore clinico dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Socio Aderente della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

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