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Uno sguardo al futuro. Il protocollo Mindfulness Based Cognitive Therapy nasce in origine per la prevenzione delle ricadute nella Depressione ma negli ultimi anni la popolazione a cui il protocollo è stato applicato ha incluso anche persone che presentavano altre sintomatologie legate soprattutto al discontrollo degli impulsi e alla disregolazione emotiva. Attualmente nell’Università del Sussex si sta realizzando un protocollo MBCT specifico per la regolazione emotiva (MBCT-RE); Il progetto è partito nel 2018 e si è in attesa dei primi risultati.
La ricerca, però, ha già dato i primi frutti nell’ambito delle nuove frontiere rispetto all’utilizzo del protocollo MBCT focalizzandosi sul Disturbo Borderline di Personalità. Rispetto al DBP lo studio maggiormente citato in letteratura e sul web è quello di Sandy Sachse, Saskia Keville e Janet Feigenbaum pubblicato nel 2011. Aprendoci a una panoramica generale sull’utilizzo del protocollo MBCT nei disturbi di personalità, la ricerca si è maggiormente interessata al disturbo Borderline per l’alta comorbidità con i disturbi appartenenti alla vecchia definizione di ASSE I e per il pattern di disregolazione cognitiva, emotiva e comportamentale per cui le finestre teoriche del protocollo MBCT rappresentano una preziosa risorsa.
Le tre ricercatrici hanno focalizzato il loro studio sul voler indagare i benefici del protocollo MBCT in termini di maggiore controllo attentivo, riduzione dei comportamenti di evitamento (intesi come strategie per non entrare in contatto con determinati pensieri, emozioni, sensazioni fisiche e situazioni che porterebbero la persona a una forte attivazione in termini di arousal) e dei sintomi relativi alla dissociazione somatoforme.
Il protocollo è stato in parte rivisto in base alle caratteristiche del Disturbo Borderline di Personalità così da parlare di MBCT-a (MBCT grouped adapted). Ecco le modifiche apportate:
- Durata di ogni session da due ore a due ore e mezza
- Esclusione delle meditazioni silenziose
- Riduzione delle meditazioni usate rispetto al protocollo originale
- Nella session 4 la psicoeducazione originariamente dedicata alla Depressione è stata ampliata includendo anche i temi che riguardano l’ansia e il distress emozionale. Rispetto alla finestra teorica originale, è stata mantenuta la parte in cui si spiega la connessione tra pensieri negativi, emozioni e conseguenze comportamentali.
La maggior parte dei partecipanti seguiva parallelamente sia una psicoterapia individuale (Terapia Cognitivo Comportamentale) che un trattamento farmacologico.
I risultati della ricerca sono incoraggianti anche se la maggior parte dei partecipanti non ha frequentato tutti gli incontri con una media di 2/3 assenze. I risultati migliori si sono registrati in termini di maggiore controllo attentivo, mentre meno potenti, ma comunque degni di nota, i miglioramenti rispetto ai comportamenti di evitamento. Piccoli cambiamenti ma non statisticamente significativi riguardano, invece, la sintomatologia ansiosa, depressiva, l’impulsività e la dissociazione. Le ricercatrici sottolineano come le assenze possano aver giocato un ruolo cruciale rispetto a questi ultimi dati e la necessità che il trattamento duri più delle 8 settimane canoniche. Sachse e colleghe concludono dicendo che, come nel caso della Depressione, anche per il Disturbo Borderline di Personalità il protocollo MBCT potrebbe avere la sua valenza alla fine del trattamento terapeutico come prevenzione per possibili ricadute future.
Sachse, S., Keville, S., & Feigenbaum, J. (2011). A feasibility study of mindfulness-based cognitive therapy for individuals with borderline personality disorder. Psycholog and Psychotherapy: Theory, Research and Practice, 84(2), 184–200.