Disturbo Borderline di Personalità (Cluster B)

Disturbo Borderline di Personalità (Cluster B)

Il Disturbo Borderline di Personalità: che cos’è e quanto è diffuso?

Le persone con disturbo borderline di personalità (DBP) tendono a sperimentare emozioni e stati d’animo estremamente intensi che possono cambiare in modo rapido e improvviso. In genere, presentano difficoltà a tollerare lo stress o calmarsi quando si sentono in balìa di queste emozioni negative (rabbia, tristezza, ansia, frustrazione, ecc.).

Di conseguenza, in questi pazienti sono frequenti scoppi d’ira e comportamenti impulsivi come l’abuso di sostanze, rapporti sessuali a rischio, autolesionismo, shopping compulsivo, binge eating (abbuffate incontrollate) e tentativi di suicidio. Questi comportamenti hanno la funzione di ridurre l’attivazione emotiva nel breve termine, ma possono condurre a gravi conseguenze nel lungo periodo.

Le parole chiave per questo disturbo borderline di personalità sono “impulsività e instabilità”. Non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo definisce Disturbo dell’Instabilità Emotiva di Personalità (Emotionally Unstable Personality Disorder, EUPD). Tra i disturbi di personalità, il disturbo borderline è quello che giunge più comunemente all’osservazione clinica.

Le persone con disturbo borderline di personalità sono generalmente intelligenti e

dotate, ma il disturbo spesso impedisce loro di realizzarsi: si riscontrano problemi a completare gli studi, a trovare e mantenere un lavoro stabile, o si finisce per accettare lavori al di sotto delle proprie capacità.

Per via degli scoppi d’ira, i comportamenti autodistruttivi e i cambiamenti d’umore, i pazienti con disturbo borderline di personalità tendono ad avere relazioni interpersonali disfunzionali, e perciò possono essere considerati un peso da parenti, amici e colleghi. Sono comuni, inoltre, crisi relazionali, generalmente più frequenti e intense dei normali alti e bassi con amici e colleghi. Molti pazienti con disturbo borderline di personalità si ritrovano ripetutamente in relazioni sentimentali poco sane, caratterizzate da estreme oscillazioni tra idealizzazione e svalutazione del partner, atteggiamento estremamente bisognoso e rifiuto, aggressività e sottomissione. Nelle relazioni di coppia, i pazienti con disturbo borderline di personalità possono essere sia vittime che perpetratori di violenza.

Come spesso accade con i disturbi di personalità, il disturbo borderline può essere ego sintonico: poiché i tratti di personalità problematici si sono stabilizzati precocemente e fanno parte del suo modo abituale di sentire, pensare e relazionarsi, il paziente può far fatica a riconoscere l’origine delle sue difficoltà. Molti cercano aiuto a causa di depressione, disturbi alimentari, dipendenza da sostanze o per i sintomi di disturbo post traumatico da stress.

Il disturbo borderline di personalità si presenta spesso in comorbidità con altri disturbi, tra cui il disturbo bipolare, gravi forme di depressione, disturbi psicotici, dipendenza da sostanze, bulimia nervosa, anoressia nervosa, binge eating, disturbo da deficit di attenzione e iperattivita (ADHD).

Tra i disturbi di personalità, il disturbo borderline di personalità è quello che giunge più comunemente all’osservazione clinica.

Colpisce l’1,1%-2,5% della popolazione generale adulta, interessando principalmente il sesso femminile (70%) con enormi costi sociali, comparabili alla schizofrenia. L’esordio avviene in adolescenza o nella prima età adulta. La prevalenza del disturbo è molto più elevata in popolazioni cliniche, sia di pazienti ambulatoriali (9.3%) che ospedalizzati (20%).

La maggior parte dei pazienti si fa del male (60-70%) e spesso abusa di sostanze come forma di “auto-medicamento”, cioè nel tentativo di regolare l’umore disforico, le intense emozioni negative e i cronici sentimenti di vuoto. Vi è un alto rischio suicidario, superiore di 50 volte rispetto alla popolazione generale.

Caratteristiche psicologiche del disturbo borderline di personalità

È utile analizzare le caratteristiche psicologiche degli individui con disturbo borderline di personalità in termini di visione di se stessi e degli altri, credenze intermedie e profonde e strategie di coping (affrontamento):

  • Visione di se stessi: si considerano difettati, vulnerabili all’abuso, al tradimento, alla trascuratezza. “Sono cattivo”, “Non so chi sono”, “Sono debole e mi sento sovrastato”, “Non riesco ad aiutarmi”.
  • Visione degli altri: sono capaci di vedere gli altri come calorosi e affettuosi ma li considerano comunque inaffidabili perché “sono forti e potrebbero essere di sostegno, ma dopo un po’ cambiare per ferirmi o abbandonarmi”.
  • Credenze intermedie e profonde: “devo chiedere quello di cui ho bisogno”, “devo rispondere quando mi sento attaccato”, “lo devo fare perché devo sentirmi meglio”, “se sono solo, non sarò in grado di affrontare la situazione”, “se mi fido di qualcuno, questi prima o poi mi abbandonerà o abuserà e starò male”, “se i miei sentimenti sono ignorati o trascurati, perderò il controllo”.
  • Strategie di coping: sottomettersi, alternare l’inibizione con una protesta drammatica, punire gli altri, espellere la tensione con azioni autolesive.

Come riconoscere la personalità borderline: sintomi

Il disturbo di personalità può essere visto come un disturbo di disregolazione. Pertanto, le sue caratteristiche cliniche possono essere raggruppate in 5 aree principali:

Come riconoscere la personalità borderline: sintomatologia clinica

In generale, molti degli specifici sintomi nelle diverse aree sono accumunati da instabilità e impulsività.

L’instabilità è evidente nelle relazioni che tendono a essere intense ma brevi e a cessare improvvisamente. La stessa instabilità si ritrova nella propria identità, nella visione di sé, degli ideali, dei piani futuri o dei valori morali. È anche evidente negli affetti, cioè in forte reattività che portano a rapidi cambiamenti e passaggi da un’emozione all’altra.

L’impulsività si riscontra in attività distruttive per sè che, pur essendo gratificanti nel breve termine, sono messe in atto in modo impulsivo e talvolta compulsivo. Queste condotte includono come spendere, abusare di sostanze, mangiare o fare sesso. Sono presenti anche esplosioni di rabbia e difficoltà a tenerla sotto controllo, nonché comportamenti suicidari e autolesionistici.

I soggetti con disturbo borderline di personalità percepiscono spesso un’intensa paura di essere abbandonati e tentano in ogni modo di evitare questo abbandono da parte degli altri, a volte tramite azioni estreme e disperate o comportamenti che appaiono manipolativi.

Questi pazienti possono riferire un certo “distacco” dalla propria esperienza interna e sperimentano cronici sentimenti di vuoto. In condizioni di forte stress, possono presentare sintomi simili a quelli delle psicosi, ma tendenzialmente temporanee, come paranoia, episodi dissociativi e pseudoalucinazioni (soprattutto “voci” a contenuto critico o denigratorio).

In sintesi, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), per capire se una persona soffre di disturbo borderline di personalità devono essere riscontrabili almeno 5 dei seguenti aspetti:

  • Comportamento instabile, impulsivo e rischioso, come rapporti sessuali non protetti, gioco d’azzardo o binge eating, esplosioni di rabbia e litigi violenti
  • Immagine di sé e degli altri instabile che oscilla fra i poli idealizzazione e svalutazione (come buono/cattivo; perfetto/falso)
  • Relazioni instabili e intense
  • Marcati cambiamenti dell’umore (per esempio da felicità a tristezza, da rabbia a senso di colpa)
  • Emozioni contrastanti e difficili da gestire
  • Minacce o comportamento suicidario e autolesionistico
  • Intensa paura di essere soli o abbandonati
  • Sentimenti di vuoto e mancanza di scopi
  • Difficoltà a riflettere sui propri stati emotivi, sui vissuti e sulle relazioni in modo coerente e lineare
  • Sintomi dissociativi (per esempio sentirsi distaccati dalle proprie emozioni e dal proprio corpo)

Quali sono le cause del disturbo borderline di personalità?

Le ricerche condotte fino a oggi sul disturbo borderline di personalità ritengono non sia possibile stabilire le cause esatte di tale patologia. Vi è comunque una convergenza di opinioni sul fatto che le origini del disturbo borderline di personalità possono essere comprese da un punto di vista biopsicosociale, cioè tenendo conto dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali.

A concorrere al suo sviluppo, intervengono ad esempio fattori genetici-temperamentali e anomalie nei livelli di serotonina responsabili della vulnerabilità emotiva del soggetto, ovvero della tendenza a reagire in modo intenso e rapido di fronte a stimoli emotivi anche minimi.

Un ruolo chiave è ricoperto anche da esperienze precoci in un ambiente familiare invalidante, nel quale l’espressione degli stati interni (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche) del soggetto non solo non viene riconosciuta, ma spesso banalizzata o, addirittura, punita. Possono essere figli di genitori svalutanti e con uno stile educativo punitivo caratterizzato da maltrattamenti fisici, psicologici ed emotivi. È possibile che siano stati vittime di abusi sessuali, privati delle cure necessarie e/o hanno assistito a imprevedibili esplosioni d’ira.

Nelle storie di queste persone sono particolarmente comuni le cosiddette ACE (Adverse Childhood Experiences, o esperienze infantili avverse), che includono separazioni e divorzi, avere un genitore con un disturbo mentale o abuso di sostanze, esperienze di povertà, marginalizzazione e deprivazione sociale, e violenza domestica assistita

Conseguenze del Disturbo Borderline di Personalità

I sintomi del disturbo borderline di personalità compromettono il funzionamento professionale e relazionale della persona.

Questi individui si approcciano al mondo con una visione “o bianco o nero”, hanno un’immagine di sé instabile e incoerente, sono costantemente severi e punitivi nei confronti di se stessi e degli gli altri, e oscillano rapidamente da un’opinione all’altra: per queste ragioni possono trovarsi spesso a cambiare repentinamente idea su lavoro, obiettivi di vita o relazioni, e presentano perciò notevoli difficoltà nella progettualità a lungo termine.

Il disturbo borderline di personalità sembra inoltre associato a una serie di conseguenze negative per la salute fisica, tra cui fibromialgia, sindrome del colon irritabile, dolore cronico, sintomi medici senza una causa organica identificabile, obesità, malattie cardiocircolatorie e infiammatorie.

È stato stimato che le persone con disturbi di personalità, in particolare con DBP, abbiano un’aspettativa di vita di circa 18 anni in meno rispetto alla popolazione generale; ciò è probabilmente il risultato di una combinazione tra comportamenti a rischio, impatto sulla salute fisica e suicidio.

Cura del disturbo borderline di personalità

Per molto tempo, il disturbo borderline di personalità è stato ritenuto una condizione incurabile. Tuttavia, numerose ricerche hanno dimostrato che la psicoterapia per la cura del disturbo borderline di personalità riduce i sintomi e la sofferenza delle persone che presentano tali problematiche.

Al momento sono diversi i trattamenti usati per la cura del disturbo borderline di personalità. Tra quelli che si sono rivelati più efficaci ricordiamo:

La terapia farmacologica per il disturbo borderline di personalità può essere utilizzata come supporto alla terapia psicologica. Infatti, i farmaci possono intervenire sull’aspetto di vulnerabilità neurobiologica e ormonale e pertanto essere d’aiuto nella gestione dei sintomi.

Per approfondimenti sulle terapie psicologiche e farmacologiche si rimanda alla lettura di Terapie per il disturbo borderline di personalità, consultabile seguendo questo link.

Autore/i

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta. Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy). Membro del Beck Institute International Advisory Committee di Philadelphia. È Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora. La Speranza dopo il Trauma (www.ilvasodipandora.org). Socio Fondatore e Vice Presidente di CBT-Italia. Insegna da anni protocolli Mindfulness Based (MBSR, MBCT, Mindful eating, ecc.) È Mindfulness Yoga Teacher ed Expert Yoga Trauma Teacher certificata CSEN e Yoga Alliance®. È autrice di numerosi libri, capitoli di libri e pubblicazioni.

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Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR. Socio AIAMC (Associazione Italiana di analisi e modificazione del comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva.) e membro ISST (International Society of Schema Therapy).

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