Disturbo Schizoide di Personalità (Cluster A)

Disturbo Schizoide di Personalità (Cluster A)

Il Disturbo Schizoide di Personalità che cosa è?

Il Disturbo Schizoide di Personalità
Il Disturbo Schizoide di Personalità

La personalità schizoide è una condizione relativamente rara che si caratterizza per distacco sociale, mancanza o indifferenza alle relazioni interpersonali e ridotta capacità di espressione delle emozioni. Vi è una modalità pervasiva di distacco da tutti i contesti sociale. La vita delle persone con questo disturbo, infatti, si caratterizza per il forte isolamento sociale (assenza di amici, lavori con ridotto o assente contatto umano, mancanza di relazioni intime o sessuali) e per la tendenza a non trarre alcun piacere nello svolgere qualsiasi attività, preferendo trascorrere il tempo da soli, assorbiti dai propri pensieri e sentimenti. Appaiono lenti e letargici, hanno un eloquio lento e monotono con poca espressione.

Raramente mostrano cambiamenti nell’umore, a dispetto di eventi esterni. Tendono ad avere uno stato d’animo negativo, senza picchi.

La parola chiave per il disturbo schizoide di personalità è “separato”.  Queste persone sono, infatti, l’incarnazione della personalità autonoma. Sono disposte a sacrificare l’intimità per preservare la loro autonomia e il loro isolamento, e stanno ai margini della società, diventando anche abbastanza isolati. Si considerano vulnerabili a essere controllati, sminuiti o rifiutati.

Caratteristiche psicologiche del Disturbo Schizoide di Personalità

È utile analizzare le caratteristiche psicologiche degli individui con disturbo schizoide di personalità in termini di visione di se stessi e degli altri, credenze intermedie e profonde, strategie di coping (affrontamento) ed emozioni principali:

  • Visione di se stessi: si considerano come tipi strambi, che non riescono ad adattarsi socialmente e degli individui solitari. Cercano libertà dalle pressioni delle aspettative sociali e preferiscono evitare del tutto le relazioni
  • Visione degli altri: vedono gli altri come intrusivi, richiedenti e ostili
  • Credenze intermedie e profonde: le credenze più profonde sono “sono disadattato”, “le relazioni sono troppo problematiche”, “sono più felice se sto da solo”. Le credenze intermedie sono “bisogna dire no alle richieste”, “scappa via appena possibile”, “non farti coinvolgere”, “devo avere il mio spazio”, “se mi avvicino troppo agli altri, mi derideranno o si imporranno su di me”, “se non ho nulla da offrire, non ha senso provare a connettersi con gli altri”
  • Strategie di coping: la strategia interpersonale è quella di mantenere le distanze, per quanto possibile, ed evitare il contatto quando ci sono gli altri intorno
  • Emozioni principali: visto che tengono le distanze, gli individui con personalità schizoide tendono a essere tristi. Se sono costretti a incontri ravvicinati, possono diventare molto ansiosi. Spesso appaiono distanti e senza emozioni

Sintomi della personalità schizoide. Come capire se una persona soffre di Disturbo Schizoide di Personalità:

Se una persona soffre di disturbo schizoide di personalità è probabile che abbia i seguenti sintomi:

  • Tendenza a preferire attività solitarie che comportano quindi poca interazione con gli altri
  • Ridotto o assente desiderio sessuale
  • Indifferenza a critiche e lodi
  • Sensazione di non provar alcun piacere per la vita e a svolgere qualsiasi attività
  • Tendenza a essere percepito come privo di senso di umorismo, freddo e distaccato
  • Incapacità a cogliere segnali sociali apparendo agli altri socialmente inetto e superficiale
  • Incapacità a esprimere emozioni sia positive che negative, reagendo in modo inappropriato agli scambi sociali e apparendo agli altri noioso o disattento
  • Demotivazione e assenza di obiettivi

Una persona con il disturbo schizoide di personalità sembra vivere dunque in un “mondo tutto suo” escluso dalla vita degli altri che scorre senza che ne possa prendere parte. Il contatto umano è quasi sempre evitato o comunque limitato al dovere e la scelta ricade in attività che allontanano dalla realtà quotidiana sociale preferendo lavori solitari o che comportano uno scambio pressoché minimo. Possono anche avere una buona carriera se riescono nel tempo a mantenere distanti i rapporti sociali che vivono come invadenti e del tutto inutili.

Il disturbo schizoide di personalità ha in comune con il disturbo evitante di personalità la mancanza di relazioni sociali e la preferenza per attività solitarie. Tuttavia, chi ha un disturbo evitante di personalità evita queste relazioni per la paura di essere criticato o rifiutato, mentre chi ha un disturbo schizoide teme il rifiuto, ma non desidera queste relazioni e, di conseguenza, questa solitudine auto rinforzata appare meno problematica.

Inoltre, può esserci una grande difficoltà a distinguere anche tra disturbo schizoide di personalità e un disturbo dello spettro autistico di livello moderato, dal momento che entrambi hanno gravi compromissioni nelle interazioni sociali, comportamenti e interessi stereotipati. Quello che può aiutare a fare una diagnosi differenziale è la raccolta della storia di sviluppo, visto che il disturbo dello spettro autistico appare di solito nella prima infanzia, mentre quello schizoide di personalità in un periodo più tardivo.

Quali sono le cause del Disturbo Schizoide di Personalità?

Il disturbo schizoide di personalità colpisce più gli uomini che le donne e solitamente ha un esordio nella prima età adulta, anche se alcune caratteristiche potrebbero essere già presenti nell’infanzia, durante la quale si possono presentare diverse difficoltà scolastiche e di socializzazione. Le cause dello sviluppo del disturbo schizoide di personalità sono ancora sconosciute, anche se ricercatori e clinici convergono nel considerare tale disturbo la risultante di una combinazione di fattori genetici e ambientali, con particolare attenzione alla prima infanzia che può giocare un ruolo chiave nello sviluppo della malattia.

Negli individui con disturbo schizoide di personalità, potrebbe esserci stato un rifiuto da parte dei pari o episodi di bullismo. Inoltre, alcuni potrebbero essersi sentiti diversi dagli altri membri stretti della famiglia o, in qualche modo, sminuiti nel confronto con gli altri. Di conseguenza, hanno appreso a considerare se stessi come differenti in senso negativo e gli altri come ostili e inutili, e le interazioni sociali come difficili e pericolose.

Inoltre, i fattori che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare il disturbo schizoide di personalità sono:

  • Avere un genitore o un altro parente con diagnosi di disturbo schizoide di personalità, disturbo di personalità schizotipico o schizofrenia
  • Avere un genitore freddo, negligente o che non risponde ai bisogni emotivi

Conseguenze del Disturbo Schizoide di Personalità

Le persone con disturbo schizoide di personalità possono avere difficoltà a condurre una vita normale presentando una grave compromissione del funzionamento sociale e lavorativo. Tuttavia è possibile che non ci siano problemi quando la persona lavora prevalentemente da sola.

Cura del Disturbo Schizoide di Personalità

Come per tutti i disturbi di personalità, il trattamento di prima scelta per il disturbo schizoide di personalità è la psicoterapia individuale. La personalità schizoide può essere curata con la terapia cognitivo-comportamentale individuale e in alcuni casi è anche raccomandata la terapia di gruppo. Tuttavia, le persone con questo disturbo difficilmente si rivolgono a un professionista a meno che non stiano vivendo un periodo di particolare stress della loro vita.

Tra i trattamenti per la cura del disturbo schizoide di personalità è possibile citare:

TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE

L’obiettivo della terapia cognitivo-comportamentale per la cura del disturbo schizoide di personalità è di ristrutturare i modelli di pensiero del paziente e i comportamenti a essi correlati. Nel caso di disturbo schizoide di personalità la difficoltà principale è la tendenza dei pazienti a tenere gli altri a distanza che compromette l’instaurarsi di una relazione terapeutica collaborativa. Per questa ragione è fondamentale che il clinico proceda con calma e lavori per guadagnare la fiducia. Inoltre, il paziente teme che la terapia possa portarlo a scoprire più difetti della sua personalità ed evidenziare ulteriormente il proprio senso di inadeguatezza.

Oltre alle tecniche corporee e di immaginazione, molti terapeuti impiegano esercizi di ristrutturazione cognitiva per il trattamento del disturbo schizoide di personalità con il fine di aiutare il paziente ad affrontare certi tipi di pensieri irrazionali che possono influenzare negativamente il comportamento della persona. La terapia cognitivo-comportamentale consente di diventare più consapevoli dei propri modelli di comportamento e di pensiero; insegna, inoltre, abilità sociali (comunicazione efficace, riconoscimento ed espressione delle emozioni) e capacità di coping per la gestione dell’ansia e per la riluttanza verso le relazioni sociali.

TERAPIA DI GRUPPO

Un paziente con disturbo schizoide di personalità, oltre alla terapia cognitivo-comportamentale, può trarre beneficio anche dalla terapia di gruppo, che fornisce un ambiente sicuro in cui poter incontrare gli altri e migliorare le abilità sociali attraverso l’esposizione. Nel gruppo, infatti, si ha la possibilità di vincere i timori di intimità impegnandosi con gli altri in un ambiente favorevole. Il terapeuta sarà attento a proteggerli dalle critiche del gruppo durante queste sessioni.

In conclusione, in entrambe le terapie è probabile che il paziente possa parlare poco all’inizio e mostrare un ridotto interesse a instaurare relazioni. Al fine di sviluppare un rapporto di collaborazione efficace durante la terapia della personalità schizoide, il clinico rispetta i confini del paziente lasciandogli la libertà e il tempo di imparare a fidarsi.

Autore/i

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta. Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy). Membro del Beck Institute International Advisory Committee di Philadelphia. È Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora. La Speranza dopo il Trauma (www.ilvasodipandora.org). Socio Fondatore e Vice Presidente di CBT-Italia. Insegna da anni protocolli Mindfulness Based (MBSR, MBCT, Mindful eating, ecc.) È Mindfulness Yoga Teacher ed Expert Yoga Trauma Teacher certificata CSEN e Yoga Alliance®. È autrice di numerosi libri, capitoli di libri e pubblicazioni.

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Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR. Socio AIAMC (Associazione Italiana di analisi e modificazione del comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva.) e membro ISST (International Society of Schema Therapy).

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