La CBT-E è la terapia cognitivo comportamentale che si occupa del trattamento dei disturbi dell’alimentazione. È stata ideato da Christopher Fairburn negli anni 70, inizialmente per trattare pazienti ambulatoriali adulte con Bulimia Nervosa.
Il trattamento attuale si chiama Cognitive Behavior Therapy Enhanced (CBT-E) perché è stato potenziato per trattare tutti i Disturbi dell’Alimentazione, ed è frutto di 50 anni di ricerche, studi controllati randomizzati e continue ridefinizioni.
La CBT-E è stata valutata in diversi studi clinici ed è raccomandata dalle linee guida internazionali per il trattamento di tutte le forme cliniche dei disturbi alimentari negli adulti (National Guideline Alliance, 2017).
La scelta di usare un unico trattamento per tutti i disturbi dell’alimentazione trova le sue ragioni nella teoria transdiagnostica che, nata dall’osservazione clinica, considera i disturbi dell’alimentazione come un’unica categoria diagnostica piuttosto che come disturbi separati.
Fairburn e i suoi collaboratori oltre a notare che i disturbi dell’alimentazione condividono la maggior parte delle caratteristiche cliniche, osservarono il fenomeno della migrazione tra le categorie diagnostiche, per esempio notarono che un individuo con anoressia nervosa successivamente poteva sviluppare la bulimia nervosa.
Alla base di questa teoria c’è l’idea che i disturbi dell’alimentazione condividano il medesimo nucleo psicopatologico.
La CBT-E si occupa del nucleo psicopatologico dei disturbi dell’alimentazione ossia l’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e dell’alimentazione e del loro controllo.
I disturbi dell’alimentazione si manifestano attraverso le seguenti caratteristiche comportamentali o psicologiche specifiche che definiamo meccanismi chiave perché rappresentano la psicopatologia specifica di questi disturbi:
- Eccessiva valutazione del peso, della forme del corpo e del loro controllo
- È la psicopatologia nucleare perché da questa derivano le altre caratteristiche e implica che la persona tende a giudicare se stessa esclusivamente sulla base del peso e della forma del corpo
- Eccessiva valutazione del controllo dell’alimentazione
- È la psicopatologia nucleare in un sottogruppo di persone, a volte coesiste con la prima, e implica che la persona tende a giudicare se stessa in relazione al controllo dell’alimentazione
- Preoccupazioni per peso, forma del corpo e il controllo dell’alimentazione
- La persona manifesta preoccupazione riguardo il peso, le forme corpo e il controllo dell’alimentazione
- Dieta ferrea
- È l’adozione di regole rigide ed estreme
- Episodi di Abbuffata
- È un comportamento caratterizzato da perdita di controllo nei confronti dell’alimentazione
- Metodi di compenso (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici)
- Sono comportamenti utilizzati per compensare gli episodi di abbuffata
- Esercizio fisico eccessivo
- È un’attività fisica intensa che interferisce in modo significativo con le altre attività della vita importanti
- Check dell’alimentazione
- Implica pesare i cibi, leggere le etichette, informarsi sul valore nutrizionale del cibo in modo ossessivo
- Check del peso e della forma del corpo
- Implica pesarsi ripetutamente e controllarsi visivamente, esempio guardarsi ripetutamente allo specchio, o tattilmente la forma del corpo
- Evitamento del corpo
- È evitare di esporre il proprio corpo (esempio spiaggia, piscina), di pesarsi, di guardarsi allo specchio, di avere contatto fisico con altri
- Sensazione di essere grassi
- È un’esperienza comune equiparata all’essere grassi
- Basso peso
- È una condizione associata a sintomi di malnutrizione e conduce a conseguenze fisiche e psicosociali gravi.
- Eventi e cambiamenti emotivi
- Gli eventi che accadono nella vita dell’individuo e le emozioni sperimentate che hanno un impatto nell’alimentazione.
I disturbi dell’alimentazione condividono alcuni meccanismi chiave ma non tutti. Per esempio il basso peso è una caratteristica dell’Anoressia Nervosa ma non della bulimia nervosa e del disturbo da binge eating. I metodi di compenso si ritrovano nella bulimia nervosa, in un sottotipo di anoressia nervosa ma mai nel disturbo da Binge Eating.
dei disturbi dell’alimentazione.
L’oggetto del trattamento sono i meccanismi chiave responsabili del mantenimento del disturbo. Il terapeuta e il paziente, come una squadra, ricostruiscono la mappa dei meccanismi chiave attivi in quel momento. Questa ricostruzione condivisa e personalizzata si chiama schema di autovalutazione disfunzionale e attraverso di essa il paziente impara a conoscere e comprendere il suo disturbo, il funzionamento dei meccanismi chiave, le loro reciproche relazioni e come questi meccanismi contribuiscano a mantenere il disturbo (per esempio le abbuffate mantengono il disturbo dell’alimentazione perché intensificano la preoccupazione sul controllo alimentare incoraggiando la restrizione dietetica che a sua volta aumenta il rischio di abbuffate).
La terapia prevede un intervento specifico su ciascun meccanismo chiave attraverso tecniche comportamentali e cognitive, inoltre la cbt-e utilizza in modo rilevante la psicoeducazione per spiegare il funzionamento del disturbo in modo da rendere la persona consapevole di ciò che sta accadendo cognitivamente, emotivamente e in termini comportamentali.
L’obiettivo della terapia è imparare a liberarsi dalle preoccupazioni per il peso, la forma del corpo e il controllo dell’alimentazione cambiando i meccanismi chiave che compongono il disturbo. Al termine della terapia la persona che soffre di un disturbo dell’alimentazione avrà imparato a distanziarsi dai vari meccanismi e dal nucleo psicopatologico del disturbo.
Strutturazione CBT-E
La CBT-E è una terapia manualizzata. Esistono diversi adattamenti, in relazione alle diverse caratteristiche cliniche e all’età. Esistono varie versioni: ambulatoriale, ambulatoriale intensiva, residenziale e ambulatoriale post-ricovero. Il trattamento dura in genere tra le 20 e le 40 sessioni a seconda se è necessario o meno recuperare peso, e consiste in una serie di fasi o passi.
- Dalle Grave, R., Sartirana, M., & Calugi, S. La gestione dei casi complessi nei disturbi dell’alimentazione. Verona: Positive Press, 2019
- Dalle Grave Riccardo, Calugi Simona, Sartirana Massimiliano. Manuale di terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione nell’adolescenza. Dal trattamento ambulatoriale al ricovero riabilitativo. Verona: Positive Press, 2018.
- Dalle Grave, R., & Calugi, S. (2022). Cognitive behaviour therapy for adolescents with eating disorders: An effective alternative to the disease-based treatments. IJEDO, 4, 1-5. doi:10.32044/ijedo.2022.01
- Dalle Grave, R., Dametti, L., Conti, M., Bersan, C., Dalle Grave, A., & Calugi, S. (2022). Day-hospital enhanced cognitive behavior therapy for adults with eating disorders: Immediate and follow-up effects. International Journal of Eating Disorders, 55(1), 125-130. doi:10.1002/eat.23632
- Fairburn C., La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. Firenze: Erickson, 2018.