La Pica è un disturbo caratterizzato dalla persistente ingestione di sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili, per un periodo di almeno 1 mese (DSM-5). Tale ingestione non è plausibile con l’età di sviluppo della persona nè può essere giustificata da alcuna pratica culturale o sociale. Solitamente le sostanze ingerite tendono a variare con l’età e possono comprendere:
- carta;
- sapone;
- stoffa;
- capelli;
- lana;
- terra;
- gesso;
- talco in polvere;
- vernice;
- gomma;
- metallo;
- ciottoli;
- carbone;
- cenere;
- creta;
- amido;
- ghiaccio.
Spesso la Pica giunge all’attenzione clinica in quanto causa di condizioni mediche specifiche come problemi meccanici intestinali, ostruzioni intestinali, perforazione intestinale, infezioni a seguito di ingerimento di sporcizia o feci, avvelenamento nel caso in cui le sostanze contengano vernice o piombo. Nonostante l’esordio della Pica sia più frequente in età evolutiva, la pica può manifestarsi per la prima volta anche in adolescenza o in età adulta (in questo caso spesso è associata alla disabilità intellettiva). Soltanto recentemente la letteratura internazionale si è interessata a questo disturbo. Il ricercatore Ezzeddin (2015) ha studiato l’ingestione di sostanze non commestibili presente durante la gravidanza all’insorgere di desideri incontrollati specifici: in particolare trovò significativa la pagofagia ovvero l’assunzione di ghiaccio a seguito di una carenza di ferro.
Un altro studio condotto in Marocco (Nafil et al., 2015) ha mostrato come la pica fosse significativamente associata a una carenza di ferro (anemia) e fosse caratterizzata da geofagia cioè assunzione di terra.
Ecco qui di seguito i disturbi più frequenti in comorbidità con la Pica:
- disabilità intellettiva;
- spettro autistico;
- schizofrenia;
- disturbo ossessivo-compulsivo;
- tricotillomania;
- disturbo da escoriazione.