Sindrome da stanchezza cronica

Sindrome da stanchezza cronica

Cos’è la stanchezza cronica?

La Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica è una patologia complessa che comporta un affaticamento estremo. Tale condizione di stanchezza peggiora con l’attività fisica e mentale e non migliora con il riposo.
La Sindrome da stanchezza cronica coinvolge una disregolazione del sistema nervoso centrale, del sistema immunitario, del metabolismo e del funzionamento cardiovascolare.
Questa condizione, le cui cause non sono ancora del tutto chiare, può avere conseguenze serie sulla salute psico-fisica della persona, influenzando il suo funzionamento quotidiano.

La Sindrome da Stanchezza Cronica è una sindrome grave e a lungo termine, spesso indicata con la sigla ME/CFS (Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome). È chiamata anche Encefalomielite Mialgica o Sindrome da Fatica Cronica (OMAR) o Intolleranza Sistemica allo Sforzo (SEID). I Criteri Internazionali di Consenso sostengono che sia più corretto utilizzare il nome “Encefalomielite Mialgica”, perché permette di sottolineare la natura organica, fisica, del disturbo.

Quanto è diffusa la stanchezza cronica?

Non è facile stabilire quanto sia diffusa la Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica, perché ancora troppo sottodiagnosticata e poco conosciuta. Le ricerche esistenti riferiscono che lo 0,4-1% della popolazione è affetto da questa sindrome. Si manifesta prevalentemente nella fascia d’età 20-50 anni, e specialmente nel genere femminile. 1 persona su 4 con stanchezza cronica riferisce di essere allettata o relegata in casa, anche se per limitati periodi di tempo.

Quali sono i sintomi della stanchezza cronica secondo l’Institute of Medicine e i Criteri Internazionali di Consenso?

Secondo l’Institute of Medicine (2015) la Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica prevede tre sintomi centrali:

  1. Impossibilità o difficoltà a mantenere le attività lavorative, educative, scolastiche, personali o sociali che si svolgevano in passato, per almeno 6 mesi. Questa difficoltà/impossibilità si accompagna a stanchezza, spesso intensa, che ha un esordio preciso (non è presente dalla nascita), che non è risultato di sforzi continui e che non migliora con il riposo. Alcuni studi propongono di non considerare il limite temporale di 6 mesi fra i criteri.
  2. Malessere post-esercizio (PEM): peggioramento dei sintomi dopo sforzo fisico, mentale o emotivo che non avrebbe causato un problema prima della malattia. A volte viene indicato come “crollo” dalle persone con stanchezza cronica.
  3. Sonno poco ristoratore, anche dopo un’intera notte di sonno (per esempio, sentirsi stanchi al risveglio, come prima di andare a letto).

In aggiunta, deve essere presente almeno uno dei seguenti sintomi:

  1. Difficoltà cognitive: le persone con stanchezza cronica possono avere difficoltà di memorizzazione, concentrazione, ad apprendere nuovi concetti o nel prendere decisioni.
  2. Intolleranza ortostatica (si manifesta quando la persona sta in piedi): le persone con sindrome da stanchezza cronica possono sperimentare vertigini, capogiro o stordimento (fino allo svenimento), quando stanno ferme e in piedi.

I Criteri Internazionali di Consenso (Carruthers et al., 2011) sull’Encefalomielite Mialgica sintetizzano invece la sintomatologia nelle seguenti categorie:

  • Sfinimento neuroimmune post-sforzo: incapacità a produrre energia al bisogno (facile affaticamento, sfinimento, lunghi tempi di recupero)
  • Problemi neurologici: pensiero rallentato, difficoltà di orientamento, concentrazione, linguaggio e memoria, cefalee, dolore muscolare, sonno disturbato, disturbi percettivi e motori
  • Problemi immunitari, gastrointestinali e genitourinari: sintomi simil-influenzali legati allo sforzo, frequenti mal di gola, suscettibilità alle infezioni, disturbi della minzione, nausea, dolore addominale, IBS
  • Disturbi dell’energia: incapacità di tollerare la posizione eretta, palpitazioni, stordimento/confusione, fame d’aria, temperatura bassa, sudorazioni.

Quali sono le cause della stanchezza cronica?

Le cause della Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica non sono ancora note.
Alcune persone possono essere nate con una predisposizione per il disturbo, che può essere scatenata da alcune forme di infezione virale, da problemi nel sistema immunitario, da squilibri ormonali o da traumi fisici o emotivi. Oggi, la comunità scientifica propende per l’esistenza di un insieme complesso di cause e fattori diversi, che interagiscono fra loro.

Come si diagnostica la stanchezza cronica?

La diagnosi della Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica avviene per esclusione.
Fra le altre patologie da considerare ci sono malattie renali ed epatiche, ormonali, del sistema immunitario e depressione. La sintomatologia può anche assomigliare, o sovrapporsi (in caso di comorbidità) a quella della fibromialgia.
Durante il percorso diagnostico, è necessario valutare gravità, intensità, frequenza, interazione e impatto dei sintomi, così come il grado di disagio e compromissione prodotto dalla patologia (ad esempio su lavoro, educazione, relazioni, vita quotidiana).

Qual è il trattamento della stanchezza cronica?

Il tasso di remissione dalla Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica è del 50% entro 5 anni, anche se a volte può assumere un decorso ciclico.

Il trattamento della Sindrome da stanchezza cronica/Encefalomielite Mialgica è multidisciplinare e prevede:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: dimostratasi efficace nella popolazione adulta per comprendere e gestire meglio la sintomatologia, stabilizzando le abitudini salutari, incrementandole e imparando a fare un buon problem solving. Non ultimo, è importante mettere in discussione le convinzioni disfunzionali che il paziente ha sulla propria condizione. La Mindfulness, nel protocollo MBSR e MBCT, si è rivelata utile, anche in formato low-dose.
  • Interventi sulle abilità quotidiane: è importante evitare la sedentarietà, per questo motivo si organizza un graduale incremento – attraverso diari comportamentali – dell’attività fisica tramite passeggiate, ginnastica dolce, yoga, ecc.
  • Trattamento farmacologico: antidolorifici, sonniferi, antidepressivi

Riferimenti bibliografici

  • Carruthers, B. M., van de Sande, M. I., De Meirleir, K. L., Klimas, N. G., Broderick, G., Mitchell, T., … & Stevens, S. (2011). Myalgic encephalomyelitis: international consensus criteria. Journal of internal medicine, 270(4), 327-338.
  • Institute of Medicine. 2015. Beyond Myalgic Encephalomyelitis/Chronic Fatigue Syndrome: Redefining an Illness. Washington, DC: The National Academies Press.https://doi.org/10.17226/19012.
  • Sharpe, M., Chalder, T., & White, P. D. (2022). Evidence-Based Care for People with Chronic Fatigue Syndrome and Myalgic Encephalomyelitis. Journal of general internal medicine, 37(2), 449-452
  • Stubhaug, B., Lier, H. O., Aßmus, J., Rongve, A., Kvale, G. (2018). A 4-Day Mindfulness-Based Cognitive Behavioral Intervention Program for CFS/ME. An Open Study, With 1-Year Follow-Up. Vol 9. Frontiers in Psychiatry

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