Cos’è la dermatillomania
La dermatillomania, o skin picking, è principalmente caratterizzata da un ricorrente stuzzicamento della pelle, che può causare lesioni cutanee, e, anche se non innescato da ossessioni, può essere preceduto o accompagnato da sentimenti di ansia molto intensi, noia, sensazioni di vuoto o stanchezza.
L’escoriazione può aiutare a regolare le emozioni e diventare, così, un meccanismo di coping per gestire alti livelli di ansia, stress e arousal.
Nonostante la persona metta in atto ripetuti tentativi di diminuire o interrompere tale comportamento, questi potrebbero essere ostacolati dal sollievo e dalla gratificazione che la sensazione della pelle stuzzicata può portare a sperimentare.
La prima descrizione di questo disturbo risale alla fine dell’Ottocento, quando Erasmus Wilson notò dei segni di escoriazione della pelle in alcuni pazienti diagnosticati come nevrotici. Da allora, è stata inizialmente considerata come uno dei sintomi dei Disturbi dei Movimenti Stereotipati (American Psychiatric Association, 1996), poi come Disturbo del Controllo degli Impulsi (American Psychiatric Association, 2002), e solo recentemente, nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, è stata inserita nella sezione dei Disturbi dello Spettro Ossessivo-Compulsivo come Disturbo da Escoriazione (DSM5; American Psychiatric Association, 2013).
Sintomi della dermatillomania
I criteri diagnostici per la diagnosi di Disturbo da Escoriazione (dermatillomania), secondo il DSM5, sono:
- Ricorrente stuzzicamento della pelle che causa lesioni cutanee. In particolare, le zone più comuni di stuzzicamento sono quelle più facilmente raggiungibili, come il viso, le braccia, le mani, le cuticole, la parte superiore del corpo o le gambe
- Ripetuti tentativi di ridurre o interrompere lo stuzzicamento della pelle
- Disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti
- Lo stuzzicamento della pelle non è dovuto agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica
- Lo stuzzicamento della pelle non è meglio giustificato dai sintomi di un altro disturbo mentale
Sono stati identificati due sottotipi di stuzzicamento:
- Automatico, l’episodio di stuzzicamento avviene quando il soggetto è impegnato a fare altro, come leggere, guardare la TV o parlare al telefono
- Focalizzato, l’episodio di stuzzicamento avviene in risposta a un sentimento di urgenza, come ridurre la tensione, un impulso o uno stato emotivo negativo quale collera o depressione
L’esordio è spesso riscontrabile in adolescenza/pubertà, e può essere associato allo sviluppo di irregolarità cutanee, come l’acne. I sintomi, però, possono comparire anche in diverse età. Inoltre sembra essere più frequente nel sesso femminile. Si evidenzia una certa familiarità del disturbo, specialmente nei parenti di primo grado.
Chi soffre di dermatillomania di solito soffre anche di tricotillomania, disturbo depressivo maggiore, ansia, disturbi psicotici, disturbi del neurosviluppo e disturbo fittizio.
Trattamento della dermatillomania
Il trattamento è generalmente una combinazione di terapia farmacologica e Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC).
Il trattamento farmacologico prevede l’assunzione di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, SSRI, o l’assunzione di N-acetilcisteina.
La TCC è molto efficace per i sintomi della dermatillomania. Poiché il pizzicarsi la pelle viene considerata una risposta appresa, e la persona è quasi sempre inconsapevole dell’evento scatenante, l’obiettivo della terapia è quello di rendere la persona consapevole di tutte quelle situazioni di disagio che scatenano la risposta (ad esempio, con il modello ABC).
Successivamente, attraverso l’uso di homework, si imparerà a mettere in atto comportamenti alternativi, a gestire lo stress e i trigger, e a fronteggiare le emozioni, insieme ad una adeguata ristrutturazione cognitiva dei pensieri negativi associati.
Attraverso la scoperta guidata, il terapeuta utilizzerà le riflessioni ricavate per rivedere i pensieri e le convinzioni del paziente su questo comportamento.
Una tecnica comportamentale della TCC, l’Habit Reversal Training, sembra essere molto utile in quanto permette di aumentare la consapevolezza su pensieri, emozioni, sensazioni e situazioni che innescano lo stuzzicamento e ad apprendere risposte competitive, ovvero comportamenti incompatibili con lo stuzzicamento o che lo riducono.
Infine, anche approcci cognitivo-comportamentali come l’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) o la DBT (Dialectical Behavior Therapy) si rivelano efficaci.
L’ACT mira a modificare e cambiare i pensieri e le sensazioni associate all’impulso di stuzzicarsi. Si affrontano 6 processi che contribuiscono a una vita sana e flessibile: la consapevolezza del momento presente; l’accettazione (opposta all’evitamento); la consapevolezza non giudicante dei propri pensieri; la chiarificazione dei valori; la modifica, più che la riduzione, dei pensieri controproducenti; e gli obiettivi comportamentali a breve e lungo termine.
La DBT prevede uno skills training (Mindfulness, efficacia interpersonale, regolazione emotiva e tolleranza alla sofferenza) allo scopo di insegnare al paziente a gestire e tollerare il disagio emotivo. Inoltre, promuove l’apprendimento di strategie di problem solving per identificare i comportamenti disadattivi e sostituirli con altri più utili ed efficaci.