Dismorfofobia

Dismorfofobia

Cos’è la dismorfofobia?

La persona con dismorfofobia (o Disturbo di Dismorfismo Corporeo) è convinta di avere difetti fisici e anomalie nel corpo, seppur inesistenti o solo accennati, tanto da sviluppare un’elevata preoccupazione rispetto la propria immagine e una sofferenza marcata che si presenta quotidianamente. Ciò spinge la persona a mettere in atto numerosi tentativi di soluzione come nascondere o correggere quello che viene percepito come un difetto.

Sintomi

La quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013) afferma che le persone affette da questo disturbo si ritengono brutte, non attraenti, anormali o deformi a causa del loro percepire una o più imperfezioni nel proprio aspetto fisico.

Si stima che la dismorfofobia interessi l’1.9% degli adulti nella popolazione generale e oltre il 7.4% degli adulti nel contesto psichiatrico. Risulta, inoltre, più frequente nelle donne (Nicewicz & Boutrouille, 2021).

Questo disturbo rappresenta una tipologia di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Le persone sono focalizzate e mantengono un’attenzione selettiva sul proprio aspetto esteriore, identificando dei difetti. Ciò fa insorgere pensieri disfunzionali e sofferenza; le persone, quindi, mettono in atto dei comportamenti per ridurre l’ansia ed eliminare il difetto percepito.

Alcuni dei comportamenti compulsivi che possono essere messi in atto sono:

  • numerosi controlli allo specchio
  • confrontare se stessi agli altri
  • coprire o camuffare certe aree del corpo
  • eccessiva cura del proprio corpo
  • sottoporsi a chirurgia estetica
  • abbronzarsi eccessivamente
  • eccessiva attività fisica
  • ricerca di rassicurazioni altrui
  • evitamento dei contesti sociali
  • stuzzicamento della pelle
  • frequente cambio di vestiti
  • eccessivo shopping

Le persone con dismorfofobia riferiscono spesso vergogna, bassa stima di sé, rabbia, ansia e depressione (Perkins, 2019). I tassi di ideazione suicidaria e dei tentativi di suicidio in chi presenta questo disturbo sono elevati.

Si riscontra anche una marcata compromissione del funzionamento psicosociale.

Tra le diverse tipologie di dismorfofobia ve ne sono alcune attualmente molto diffuse.

  • Il Dismorfismo Muscolare si presenta quando la persona è convinta che il proprio corpo non sia adeguato per quanto riguarda dimensioni e tono muscolare. Questa convinzione porta la persona a seguire una dieta e fare esercizio fisico (come il sollevamento pesi) in maniera eccessiva al punto di provocare dei danni al proprio corpo. Si può ricorrere, inoltre, all’uso di steroidi androgeni-anabolizzanti al fine di rendere il fisico più grosso e muscoloso. Risulta molto più frequente negli uomini (Perkins, 2019).
  • Con l’aumento dell’utilizzo dei social media si è assistito, soprattutto negli adolescenti, a una diminuzione della soddisfazione rispetto alla propria immagine corporea (Himanshu et al., 2020). Recentemente è stata individuata la “Dismorfia da Snapchat”, una particolare forma di dismorfofobia che presentano le persone che vogliono sottoporsi a interventi chirurgici per risultare, nella vita reale, simili a come appaiono nelle immagini fotografiche quando vengono applicati filtri e modifiche.

Cause

Le cause del disturbo non sono ben chiare, ma certamente al suo sviluppo contribuiscono dei fattori ambientali e biologici.

La letteratura in merito suggerisce che una storia di abusi e trascuratezza (neglect) durante l’infanzia possa aumentare il rischio di sviluppare il disturbo (Nicewicz & Boutrouille, 2021). E’ stato rilevato, infatti, che più del 70% dei pazienti con dismorfofobia riferisce la presenza di abusi nella propria storia di vita (Krebs et al., 2017).

Alcuni dei fattori di rischio del disturbo sono anche la presenza di elevata vergogna, perfezionismo e frequenti emozioni dolorose (Foroughi et al., 2019).

Alcuni studi, inoltre, hanno mostrato che chi presenta dismorfofobia ha spesso un parente di primo grado affetto dallo stesso disturbo o da Disturbo Ossessivo-Compulsivo (Grant & Phillips, 2004).

Trattamento

Il trattamento è generalmente una combinazione di terapia farmacologica e Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC).

Il trattamento farmacologico di prima scelta prevede l’assunzione di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors, SSRI). Altri farmaci utilizzati sono il buspirone, gli antipsicotici atipici o la clomipramina (Hong et al., 2019).

La TCC è molto efficace per i sintomi della dismorfofobia. Un intervento terapeutico è l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (Exposure and Response Prevention – ERP) che prevede il confronto graduale con le situazioni temute (che generano ansia e disagio) come gli specchi, le situazioni sociali, ambienti particolarmente illuminati, ecc. Durante queste esposizioni alla persona viene richiesto di interrompere i comportamenti protettivi e i tentativi di soluzione disfunzionali (p.e., applicare trucco eccessivo, camuffamenti, attenzione selettiva sul corpo) allo scopo di creare un’abituazione all’ansia e al disagio. Altre tecniche usate nella TCC sono la psicoeducazione, interventi per aumentare la motivazione, ristrutturazione cognitiva, training attentivo e il mirror retraining (riaddestramento allo specchio; Krebs et al., 2017).

Riferimenti bibliografici

  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders, Fifth Edition.
  • Foroughi A., Khanjani S. & Mousavi Asl E. (2019). Relationship of Concern About Body Dysmorphia with External Shame, Perfectionism, and Negative Affect: The Mediating Role of Self-Compassion, Iran J Psychiatry Behav Sci, 13(2): e80186.
  • Grant J.E. & Phillips K.A. (2004). Is Anorexia Nervosa a Subtype of Body Dysmorphic Disorder? Probably Not, but Read On… Harv Rev Psychiatry, 12(2): 123-126.
  •  Himanshu K., Kaur A., Kaur A. & Singla G. (2020). Rising dysmorphia among adolescents: A cause for concern. J Family Med Prim Care, 9: 567-570.
  • Hong K., Nezgovorova V., Uzunova G., Schlussel D. & Hollander E. (2019). Pharmacological treatment of body dysmorphic disorder. Current neuropharmacology, 17(8): 697-702.
  • Krebs G., Fernández de la Cruz L. & Mataix-Cols D. (2017). Recent advances in understanding and managing body dysmorphic disorder. Evid Based Ment Health, 20(3): 71-75.
  • Nicewicz H.R. & Boutrouille J.F. (2021). Body Dysmorphic Disorder. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing.
  • Perkins A. (2019). Body dysmorphic disorder: The drive for perfection. Nursing, 49(3): 28-33.

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