Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno?

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno, è un sottotipo del Disturbo Ossessivo Compulsivo, in cui i pensieri intrusivi (ossessioni) sono correlati all’intensa paura di pensare, dire o compiere azioni lesive, aggressive/dannose, in modo  intenzionale o fortuito, nei confronti di sé stessi o degli altri.

Nel tentativo di diminuire l’ansia associata alle ossessioni, vengono messi in atto comportamenti di tipo compulsivo, tra cui:

  • condotte di evitamento (es. evitare di guardare immagini o programmi televisivi con contenuti violenti);
  • rituali mentali (es. riesaminare mentalmente gli eventi trascorsi per essere sicuri di non aver in qualche modo danneggiato se stessi, altri o per prevenire conseguenze ritenute peggiori);
  • ricerca di rassicurazioni riguardo le proprie azioni/intenzioni, rivolte a figure significative della sfera privata e/o lavorativa;

Generalmente, la sindrome si associa a un tratto temperamentale di tipo ansioso e alla eccessiva preoccupazione circa minacce o pericoli che scaturiscano dall’ambiente. Vi è anche la percezione di un sovrastimato senso di responsabilità nel prevenire il danno con il controllo, mediante rituali mentali o persino con l’obbligo morale di pensare in modo “virtuoso”.

Vi è anche la tendenza a ritenere verosimile che i propri pensieri intrusivi possano concretizzarsi nella realtà ed a sentirsi responsabili di eventi negativi o catastrofici nella realtà.

Sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

La sindrome si manifesta in maniera abbastanza variabile: alcuni possono sperimentare ossessione di fare del male agli altri (es. con oggetti affilati) e ritenere che pensare o parlare di quegli oggetti possa agire negativamente sulle loro ossessioni:

  • Se stringo un coltello, lo userò per ferire mia sorella (aggressione);

Altri, invece, mostrano preoccupazione rispetto alla possibilità di andare incontro ad eventi spiacevoli e rispondono con il controllo compulsivo:

  • Se non controllo i miei compiti stanotte, prenderò un brutto voto domani a scuola (danno)

Cause e diffusione del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

Nel DOC da aggressione/danno, il contenuto delle ossessioni suscita una maggiore vergogna rispetto ad altre dimensioni, come contaminazione o simmetria, perché considerato più immorale, indipendentemente dall’ansia.

Gli studi epidemiologici indicano che il sottotipo di DOC da aggressione/danno è una tra le manifestazioni più comuni del Disturbo Ossessivo Compulsivo nell’arco della vita. Inoltre, si stima che le ossessioni a contenuto violento siano abbastanza diffuse negli adulti (30%) e nei bambini (70 %).

Il disturbo sembra avere una maggiore incidenza nel sesso maschile e presentare una componente genetica non ancora chiarita. E’, inoltre, associato all’insorgenza precoce del DOC e ad un decorso più severo;  frequente anche la presenza di disturbi da tic.

Nei casi di pregressa storia familiare di DOC, si segnala una maggiore compromissione del funzionamento della persona e comportamento suicidario.

Studi di neuroimmagine funzionale suggeriscono il coinvolgimento di corteccia prefrontale – talamo – striato (circuiti neurali responsabili del processo decisionale, inibizione della risposta e individuazione dell’errore), nonché l’influsso contestuale di traumi perinatali (come pertensione arteriosa materna ed emorragia preparto).

Si pensa, tuttavia, che siano coinvolti ulteriori circuiti neurali.

Si ritiene, infine, che tre siano i fattori motivazionali maggiormente coinvolti:

  • Perfezionismo visivo ed intolleranza dell’incertezza
  • Sovrastima e bisogno pervasivo di controllare i pensieri
  • Eccessiva percezione di responsabilità e sovrastima della minaccia percepita

Diagnosi  del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

Il livello di insight (consapevolezza del disturbo) risulta abbastanza compromesso nelle forme più gravi del disturbo: l’accesso spontaneo al trattamento clinico è, pertanto, più difficoltoso.

Nei bambini, il netto contrasto tra il carattere e il contenuto delle ossessioni si traduce spesso in alti livelli di angoscia non solo per il paziente ma anche per la famiglia.

La diagnosi si fonda sui sintomi che causano compromissione o disagio clinicamente significativi e su diversi strumenti diagnostici come lo Yale-Brown-Obsessive- Compulsive Scale.

Sono presenti comorbidità con:

Trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Aggressione/Danno

Il DOC da aggressione/danno risulta essere tra i sottotipi più resistenti al trattamento; è dunque, fondamentale ricorrere a un trattamento integrato personalizzato, che vede, come prima linea di intervento, la Terapia Cognitivo Comportamentale.

Tra le numerose tecniche cognitivo-comportamentali attualmente in uso per la cura del Disturbo Ossessivo Compulsivo, la più utilizzata è la ERP (Response Prevention Exposure), che interviene con:

  • il confronto sistematico tra le situazioni che evocano la paura ed i relativi stimoli di attivazione
  • la sospensione dei rituali compulsivi funzionali alla riduzione immediata dell’ansia/disagio

Attraverso sessioni di visualizzazione immaginativa o in un setting concreto (ambiente di vita/lavoro del paziente), si procede alla progressiva presentazione/esposizione di stimoli stressogeni che il soggetto impara a tollerare gradatamente.

Interventi di ristrutturazione cognitiva risultano, inoltre, efficaci nelle credenze relative al pensiero magico e al senso di “incompletezza”.

Il trattamento prevede, come tappa fondamentale, anche l’intervento psicoeducativo sulla famiglia, per ridurre i vissuti negativi rispetto alla gestione quotidiana, che spesso sono responsabili della esacerbazione del disturbo.

Tenuto conto della notevole connessione tra il disturbo specifico e il wandering mind (“la mente che vaga tra i pensieri”), la pratica della Mindfulness si rivela fondamentale nell’interrompere il legame circolare tra pensieri intrusivi e rinforzo delle compulsioni.

E’, dunque, fondamentale che la terapia sia costruita intorno alle caratteristiche individuali del paziente e dei suoi contesti di vita.

L’approccio farmacologico si avvale degli Inibitori Selettivi della ricaptazione di Serotonina (SSRI), sebbene possano anche essere utilizzati, in aggiunta, inibitori della monoamminossidasi e neurolettici.

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