La nicotina è una sostanza chimica che si trova nella pianta del tabacco e che crea una forte dipendenza. La dipendenza è fisica, ovvero i consumatori abituali arrivano a desiderare la sostanza chimica, e anche mentale, ovvero i fumatori desiderano consapevolmente gli effetti della nicotina. La dipendenza da nicotina è anche una dipendenza comportamentale. Le persone diventano dipendenti dalle azioni legate all’uso del tabacco. Si abituano anche all’uso del tabacco in determinate situazioni, come dopo i pasti o quando sono sotto stress.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2020), nel mondo ci sono circa 1,1 miliardi di fumatori. Tra i consumatori di tabacco, con un rapporto di 4 a 1, i fumatori uomini sono più numerosi rispetto alle donne fumatrici.
L’attuale edizione del Diagnostic Statistical Manual (DSM-5) dell’American Psychiatric Association utilizza il termine disturbo da uso di tabacco che sostituisce il termine dipendenza da nicotina utilizzato nell’edizione precedente (DSM-IV). I sintomi di riferimento riportati nel DSM-5 possono essere così riassunti:
- Non riesci a smettere di fumare. Hai fatto uno o più tentativi nel cercare di smettere, ma senza successo.
- Si verificano sintomi di astinenza quando tenti di smettere. I tuoi tentativi hanno causato sintomi fisici e sintomi legati all’umore, come voglia irrefrenabile di fumare, ansia, irritabilità, irrequietezza, difficoltà di concentrazione, umore depresso, frustrazione, rabbia, aumento della fame, insonnia, costipazione o diarrea.
- Continui a fumare nonostante i problemi di salute. Anche se hai sviluppato problemi di salute ai polmoni o al cuore, non sei riuscito a fermarti.
- Abbandoni le attività sociali o ricreative per fumare. Potresti smettere di andare in ristoranti per non fumatori o di socializzare con alcuni familiari o amici perché non puoi fumare in queste situazioni.
I soggetti dipendenti da nicotina consumano tabacco, fumando sigarette, sigari, pipe e sigarette “auto-roll” con tabacco sfuso (con la convinzione erronea che queste ultime siano meno dannose). Solitamente il primo avvicinamento al tabacco avviene in adolescenza, quando fumare sarebbe illegale.
I classici modelli eziologici sostenevano che le persone non diventassero dipendenti da nicotina fumando una o due sigarette o dopo il consumo di uno o due pacchetti di sigarette. Studi recenti sembrano confutare tali modelli; delle ricerche scientifiche dimostrano che, già la “prima sigaretta” può determinare la formazione di una dipendenza da tabacco. Infatti, la nicotina può alterare le strutture e le funzioni cerebrali, dopo un unico utilizzo di tabacco.
Secondo un rapporto del National Institute of Drug Abuse (NIDA, novembre 2019) “Un aumento transitorio di endorfine nei circuiti di ricompensa del cervello provoca una leggera, breve euforia quando viene somministrata nicotina. Questa ondata è molto più breve dello “sballo” associato ad altre droghe ma, come altre droghe d’abuso, la nicotina aumenta i livelli di dopamina in questi circuiti di ricompensa’
Le sigarette elettroniche sono dispositivi portatili a batteria che dovrebbero sostituire il classico fumo del tabacco. Attraverso le sigarette elettroniche si inalano una varietà di sostanze chimiche aromatiche in forma liquida, come il glicole propilenico, la glicerina e in molti casi la nicotina liquida.
Alcuni studi dimostrano che le sigarette elettroniche non solo sono dannose all’organismo, ma inoltre non possono essere considerate una soluzione per aiutare i consumatori a smettere di fumare tabacco.
Uno dei motivi principali per i quali le sigarette elettroniche possono indurre dipendenza tanto quanto il fumo di tabacco, è strettamente legato al rituale: i movimenti di accensione e di inalazione delle sigarette elettroniche sono del tutto simili a quelli correlati al fumo di tabacco.
La dipendenza da nicotina comprende una serie di caratteristiche chimiche, psicologiche e sociali che danno al consumatore una dimensione di “compito colossale” richiedente grandissimi sforzi ai loro tentativi di “liberarsi” dalla dipendenza. Un’altra difficoltà è data dal fatto che molti consumatori sottostimano i rischi legati alla salute, come ad esempio, il cancro ai polmoni e alla vescica.
Il trattamento per la dipendenza da nicotina può includere una varietà di mezzi che vanno dalle terapia-cognitivo-comportamentale alle terapie sostitutive della nicotina (NRT).
La TCC aiuta i pazienti a identificare i fattori scatenanti – le persone, i luoghi e le cose che stimolano il comportamento – e insegna abilità di prevenzione delle ricadute (ad es. tecniche di rilassamento) e strategie efficaci per evitare di fumare di fronte a situazioni stressanti e trigger.
Il trattamento cognitivo-comportamentale per la dipendenza da tabacco viene definito in un piano psicoterapeutico diviso in 4 fasi:
- Fase motivazionale: l’obiettivo sarà quello di motivare i dipendenti da tabacco a iniziare un percorso complesso che, se affrontato con la giusta determinazione, porterà all’estinzione della dipendenza;
- Fase di trattamento: l’obiettivo sarà quello di apprendere delle strategie funzionali per ridurre ed eliminare la dipendenza da tabacco;
- Fase di mantenimento: in questa fase verranno apprese delle tecniche per mantenere a lungo termine tutti i risultati ottenuti nella fase 2;
- Fase di prevenzione delle ricadute: l’obiettivo sarà quello di coinvolgere il paziente nell’apprendimento di nuove strategie per prevenire le ricadute anche dopo anni dal primo trattamento con esito positivo.
Anche la Mindfulness si è rivelata efficace. Nei trattamenti per smettere di fumare basati sulla Mindfulness, i pazienti imparano ad aumentare la consapevolezza e il distacco da sensazioni, pensieri e desideri che possono portare a una ricaduta. Con la Mindfulness, i pazienti si rivolgono consapevolmente ai pensieri che scatenano il desiderio e il bisogno di tabacco e li riformulano cognitivamente come previsti e tollerabili. I pazienti apprendono a gestire le emozioni negative, inclusi lo stress e il desiderio, senza tornare al consumo di tabacco o ad altri comportamenti malsani. L’interesse per i trattamenti basati sulla Mindfulness è aumentato negli ultimi dieci anni e gli studi dimostrano che questo approccio promuove la salute mentale generale e aiuta a prevenire la ricaduta del fumo.
I prodotti per la terapia sostitutiva della nicotina sono disponibili in una varietà di forme: il cerotto alla nicotina, la gomma da masticare alla nicotina, le pastiglie alla nicotina, lo spray nasale alla nicotina e l’inalatore alla nicotina.
Diversi studi dimostrano che una combinazione di un supporto psicoterapeutico cognitivo-comportamentale e le terapie NRT aumenta considerevolmente le percentuali di successo.
Il Bupropione e la Vareniclina sono altri due prodotti medici approvati che possono essere utilizzati per aiutare i fumatori a superare la loro dipendenza da nicotina.
Il bupropione era originariamente usato come antidepressivo ed è solitamente commercializzato in due forme, a rilascio immediato e a rilascio prolungato e secondo alcuni studi sembra aumentare la possibilità di successo dei fumatori dalla dipendenza da nicotina. La vareniclina riesce a ridurre il desiderio di nicotina agendo come stimolante agonista parziale dei recettori nicotinici. In alcuni studi, la Vareniclina combinata con le sessioni di terapia-cognitivo-comportamentale sembra dare risultati migliori rispetto ai prodotti NRT e al Bupropione.
Un approccio relativamente nuovo nel trattamento delle dipendenze è la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), un intervento fisiologico che stimola in modo non invasivo l’attività neurale in aree mirate del cervello, con l’utilizzo di campi magnetici.
Come per la maggior parte delle dipendenze, il sostegno psicologico dei gruppi di auto-mutuo aiuto si rivela uno strumento importante.
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