Dipendenza da smartphone o Nomofobia

Dipendenza da smartphone o Nomofobia

Che cos’è la dipendenza da smartphone o Nomofobia?

Fin dalle origini l’essere umano si è adoperato nella creazione di strumenti che potessero semplificare il più possibile le proprie attività quotidiane. A partire dal 1871, ossia da quando Antonio Meucci depositò il brevetto del primo telefono, si è assistito a un’esponenziale evoluzione degli strumenti comunicativi, tant’è che oggi, grazie allo smartphone, non solo interagiamo con gli altri attraverso diverse modalità comunicative (chiamate, SMS, messaggi di testo o vocali, likes e commenti) ma abbiamo la possibilità di portare avanti tutta una serie di attività, quotidiane e non, che prima pensavamo impossibili a meno che non avessimo investito una notevole quantità di tempo, non ci fossimo recati in appositi uffici o non avessimo utilizzato specifici strumenti. Pagare bollette, effettuare bonifici, trovare strade, fare foto e video, pianificare attività sportive e accordare gli strumenti sono solo alcune delle numerose attività che possiamo condurre attraverso un unico dispositivo e le app in esso scaricabili.

Ad oggi, dunque, l’utilizzo dello smartphone e dei digital device fa parte della nostra vita quotidiana ma, al pari di altri comportamenti, anche questo può arrivare a rappresentare una vera e propria dipendenza, portando con sé tutta una serie di conseguenze per la persona che ne è affetta.

Rimanere offline potrebbe essere un problema, uscire di casa senza smartphone e non avere più la possibilità di connettersi potrebbe essere fonte di ansia e, il solo pensare di ritrovarsi impossibilitati ad accedere alla rete potrebbe portare a sperimentare un vero e proprio stato di paura. Tutto ciò ha un nome: Nomofobia.

La Nomofobia è un termine che deriva dall’acronimo NO MObile PHOBIA e sta proprio ad indicare la paura di non essere raggiungibili e di non poter utilizzare il proprio smartphone. È perciò una tipica fobia figlia del nostro tempo e derivante dal tipo di relazione che, in pochi anni, abbiamo instaurato con questo tipo di strumento tecnologico (Notara et al.; 2021).

Viene da sé che il concetto di Nomofobia è strettamente collegato e, quasi sovrapponibile, a quello di “dipendenza da smartphone”: la paura di rimanere senza connessione o senza cellulare altro non è che il sintomo di una dipendenza. 

Alcuni dati sull’utilizzo degli smartphone

Nel “Digital 2022 Global Overview”, report compilato dalla società internazionale  We are Social”, emerge che a fronte di una popolazione mondiale di 7.91 miliardi di persone:

  • il 67,1% delle persone, ossia più di 2 individui su 3, utilizza lo smartphone e ha accesso a internet;
  • il 58,4% della popolazione mondiale utilizza piattaforme social e tale dato è in crescita del 10% rispetto all’anno scorso;
  • la media giornaliera di tempo speso online dalle persone è di circa 7 ore, ossia il 40% del tempo da svegli se si considerano 7-8 ore di sonno, di cui 2 ore e mezza è il tempo passato sui social;
  • 1 persona su 4 utilizza i social per lavoro;
  • 1 persona su 3 fa la spesa online ogni settimana.

Altri dati interessanti sono quelli raccolti dall’ente governativo inglese, YouGov, i quali riportano che:

  • 6 ragazzi su 10, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, utilizzano lo smartphone nel momento in cui devo andare a dormire;
  • oltre la metà degli utenti di telefonia mobile, il 53%, tende a manifestare stati d’ansia nel momento in cui rimane senza carica, senza credito o senza copertura di rete.

Diagnosi e sintomi della dipendenza da smartphone o Nomofobia

Ad oggi la Nomofobia non è riconosciuta ufficialmente come un disturbo da nessun manuale diagnostico. 

Da una parte si tende a far rientrare la Nomofobia all’interno delle cosiddette Fobie Specifiche, definite dal DSM-5 come una paura marcata e persistente verso uno stimolo o una situazione che non costituisce un pericolo per la vita, accompagnata da una serie di risposte somatiche e fisiologiche che a loro volta possono essere percepite come minacciose da chi le sperimenta.

Dall’altra parte, come abbiamo già detto, il concetto di Nomofobia è strettamente collegato a quello delle Dipendenze comportamentali, intese come tutti quei comportamenti messi in atto dall’individuo in maniera incontrollata. 

Affinché si possa parlare di vera e propria dipendenza è necessario che vi sia: 

  • coinvolgimento continuo in una specifica attività o comportamento, nonostante le sue conseguenze negative;
  • perdita di controllo nel riuscire a diminuire o a non mettere in atto il comportamento problematico;
  • messa in atto compulsiva del comportamento;
  • stato di agitazione o malessere (craving) nel momento in cui non si riesce ad agire il comportamento problematico;
  • sensazione di benessere durante la messa in atto.

In questo caso il comportamento compulsivo si riferisce nell’utilizzo dello smartphone anche se, così come per la Nomofobia, attualmente non vi sono criteri diagnostici per effettuare una vera e propria diagnosi di Dipendenza da smartphone.

Nello specifico la sintomatologia tipica della Nomofobia può essere ricondotta a:

  • Sintomi fisiologici:
  • tremori;
  • aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria;
  • sudorazione e agitazione.
  • Sintomi psicologici ed emotivi:
  • ansia;
  • paura;
  • rabbia e irritabilità;
  • preoccupazione.
  • Sintomi comportamentali:
  • impossibilità di spegnere il telefono;
  • controllare costantemente eventuali chiamate, messaggi o e-mail;
  • caricare continuamente la batteria dello smartphone;
  • portare il telefono ovunque si vada;
  • controllare continuamente di avere il telefono con sé;
  • evitamento delle attività in cui non è possibile avere il telefono con sé o in cui è possibile andare incontro a probabilità di rimanere offline.

Come possiamo vedere, i sintomi della Nomofobia sono molto simili a quelli relativi ad altre Fobie Specifiche e ai disturbi d’ansia. Allo stesso modo, la sintomatologia nomofobica può essere ricondotta molto facilmente ai sintomi tipici delle Dipendenze comportamentali. Bisogna, inoltre, considerare che alcuni disturbi, come la Fobia sociale e il Disturbo da attacco di panico, possono manifestarsi sotto forma di sintomi nomofobici e, viceversa, sintomi nomofobici possono arrivare a determinare un vero e proprio attacco di panico e un Disturbo da attacchi di panico. Probabilmente è proprio per queste ragioni che non esistono attualmente specifici criteri diagnostici in grado di porre una diagnosi di Nomofobia in maniera precisa e puntuale (Battacharya et al.; 2019). 

È importante ricordare che esistono alcuni strumenti, non di tipo diagnostico, utili per valutare il grado di “Nomofobia” ed eventuali tendenze alla dipendenza da smartphone:

  • Il Nomophobia Questionnaire – NMP-Q è un test ideato da Caglar Yildirim, dell’Università di New York, composto da 20 items, su scala likert a 7 punti volti a determinare il livello di Nomofobia. I punteggi compresi tra 0 e 20 indicano assenza di Nomofobia, quelli compresi tra 21 e 60 un livello lieve; quelli tra 61 e 100 indicano una Nomofobia moderata; mentre i punteggi con valore compreso tra 101 e 140 stanno a indicare un grave livello di Nomofobia (Mir et al.; 2020).
  • Il Questionnaire of Dependence of Mobile Phone/Test of Mobile Phone Dependence – QDMP/TMPD è un test utile per determinare il grado di dipendenza da smartphone, composto da 22 items raggruppati in 3 gruppi relativi ad astinenza, mancanza di controllo/uso problematico e tolleranza/interferenza (Vezzoli et al.; 2021). 

Cause della Nomofobia

Identificare quali possano essere le cause alla base della Nomofobia non è facile. Innanzitutto va ricordato come l’utilizzo di internet e dello smartphone faccia parte della nostra vita quotidiana, lavorativa, scolastica e sociale. Sarebbe dunque impossibile cercare di impedire alle persone di accedere a internet o di utilizzare smartphone o tablet.

Non tutti però vanno incontro a una sintomatologia nomofobica. Negli ultimi anni, numerose ricerche hanno tentato di identificare quali potessero essere i fattori di rischio che possono portare all’emergere di una Nomofobia. Sono stati identificati una serie di fattori, psicologici e non, coinvolti nell’affermarsi di questa condizione (King et al.; 2018); tra questi possiamo far riferimento a:

  • Età: si è riscontrato che i giovani adulti risultano essere la popolazione maggiormente a rischio nello sviluppo di una dipendenza da smartphone e di “Nomofobia” (Daei et al.; 2019);
  • Genere: secondo la maggior parte degli studi, la Nomofobia sembra essere prevalente nelle donne (Qutishat et al.; 2020), anche se vi sono altre ricerche che non dimostrano una differenza di genere significativa (Bajaja et al.; 2020);
  • Bassa autostima;
  • Scarso senso di autoefficacia;
  • Elevati livelli di introversione;
  • Alta impulsività;
  • Visioni negative di sé.

Dal momento che la Nomofobia è strettamente collegata al concetto di dipendenza, è opportuno annoverare tra i possibili fattori di rischio, anche quelli che, adottando una prospettiva bio-psico-sociale, si riferiscono in maniera più generica alla possibilità di sviluppare una forma di dipendenza comportamentale e all’interno dei quali troviamo: 

  • fattori di rischio genetici, in riferimento a una componente di ereditarietà o ad un’alterazione della produzione di neurotrasmettitori endogeni;
  • fattori di rischio psicologici e temperamentali, come ad esempio difficoltà nella regolazione emotiva, scarsa tolleranza alla frustrazione e compresenza di altri disturbi mentali (ansia, depressione, PTSD);
  • fattori di rischio socio ambientali, quali familiarità del disturbo, esposizione ad eventi traumatici e mancanza di sostegno familiare.

Conseguenze della Nomofobia

Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse da parte della comunità scientifica nei confronti delle problematiche relative all’uso eccessivo degli smartphone, tant’è che si è evidenziato come l’uso eccessivo e compulsivo dello smartphone si sia andato a definire come un problema emergente di salute pubblica (Ding et al.; 2017).

Anche se, come detto in precedenza, non è sempre ben chiaro se alcuni sintomi possano essere le cause o le conseguenze della dipendenza da smartphone e della “Nomofobia”, numerosi studi hanno identificato una serie di conseguenze riscontrabili sia a livello psico-sociale che fisico. 

Tra le conseguenze psico-sociali possono essere annoverate:

  • maggiore frequenza di disturbi d’ansia e disturbi depressivi (Goncalves et al.; 2020; Veerapu et al.; 2019): bisogna considerare che le persone nomofobiche possono utilizzare il cellulare in maniera protettiva, come uno strumento che permette loro di evitare relazioni a tu per tu, e ciò rinforza i vissuti ansiosi nel momento in cui non hanno la possibilità di utilizzare il telefono, innescando così un circolo vizioso;   
  • elevati livelli di stress e tendenza all’isolamento (Chethana et al.; 2020): si parla di “Sindrome da sovra-connessione” per indicare la limitazione delle interazioni faccia a faccia conseguenti all’uso eccessivo del cellulare; inoltre, viene spesso utilizzato il termine “tecno-stress” per indicare una condizione di disagio e di malessere, con impatti significativi sulla vita sociale e lavorativa della persona, indotte dall’uso smodato e disfunzionale delle tecnologie;
  • presenza di tratti di personalità specifici quali l’estroversione (Chhabra et al.; 2020);
  • ideazione paranoide e psicosi.

Tra le conseguenze fisiche troviamo invece:

  • problemi muscolo-scheletrici, quali ad esempio problemi al nervo cervicale, ai pollici, ai polsi, alle spalle e alla schiena (Khahn et al.; 2020); 
  • disturbi oculari: lacrimazione e diminuzione della vista;
  • alterazioni del sonno: è stato rilevato come alti livelli di Nomofobia siano correlati con disturbo del sonno (Moreno-Guerrero et al.; 2020).

Trattamento della Nomofobia

La Terapia Cognitivo Comportamentale risulta essere uno degli strumenti evidence-based elettivi per quanto riguarda il trattamento della dipendenza da smartphone e la Nomofobia. Attraverso specifiche tecniche cognitive la persona potrà diventare consapevole di tutti quei processi cognitivi alla base della messa in atto del comportamento compulsivo. Una volta acquisita consapevolezza di tali pensieri, questi saranno poi messi in discussione e suscettibili a un’eventuale modifica. Solo a questo punto, verranno utilizzate tecniche comportamentali finalizzate all’acquisizione e alla messa in atto di comportamenti alternativi e più funzionali attraverso i quali la persona riuscirà a gestire la propria dipendenza da smartphone e la propria Nomofobia. 

Tra le tecniche comportamentali che meritano di essere annoverate troviamo la desensibilizzazione. Questa tecnica prevede una graduale riduzione dell’utilizzo del telefono: ad esempio, nelle prime fasi può essere chiesto al paziente di tenere il proprio telefono per un breve periodo di tempo in un’altra stanza per poi arrivare a un distacco via via sempre più prolungato promuovendo una modalità d’uso più funzionale dello smartphone. 

In pazienti più gravi può essere consigliato un ricorso alla farmacoterapia: in questi casi vengono utilizzati farmaci normalmente impiegati nei disturbi d’ansia quali ansiolitici e benzodiazepine.

Bibliografia

  • Moreno-Guerrero A., Lopez-Belmonte J., Romero-Rodriguez J., Rodriguez-Garcia A.; “Nomophobia: Impact of cell phone use and time to rest among teacher students”; 2020.
  • Khan F., Waqar A., Niazi S.; “Text Neck syndrome among students of a medical and dental college in Lahore”; 2020.
  • Chhabra A., Pal R.; “Relationship between Nomophobia and Personality dimensions among young adults”; 2020.
  • Chethana K., Maria N., Manjula A.; “Prevalence of Nomophobia and its Association with Loneliness, Self-Happiness and Self Esteem among Undergraduate Medical Students of a Medical College in Coastal Karnataka”; 2020.
  • Veerapu N., Baer P., Vasireddy H., Gurrala S., Kanna S.; “A study on nomophobia and its correlation with sleeping difficulty and anxiety among medical students in a medical college, Telangana”; 2019.
  • Goncalves S., Dias P., Correia A.; “Nomophobia and lifestyle: Smartphone use and its relationship to psychopathologies”; 2020. 
  • Ding D., Li J.; “Smartphone overuse: A growing public health issue”; 2017.
  • Bajaj S., Maheshwari S., Maheshwari P.; “Prevalence of nomophobia among college students: An exploratory cross-sectional survey”; 2020.
  • Qutishat M., Rathinasamy L., Razmy A., Packianathan S.; “University students nomophobia prevalence, sociodemographic factors and relationship with academic performance at a University in Oman”; 2020.
  • Daei A., Ashrafi-Rizi H., Soleymani M.; “Nomophobia and health hazards: Smartphone use and addiction among university students”; 2019.
  • King A., Valença A., Silva ACO, Baczynski T., Carvalho M., Nardi, A.; “Nomophobia: Dependency on virtual environments or social phobia?”; 2018.
  • Vezzoli M., Colombo A., Marano A., Zoccatelli G., Zogmaister G.; “Test for mobile phone dependence: psychometric properties and confirmatory factor analysis”; 2021.
  • Mir R., Akthar M.; “Effect of nomophobia on the anxiety levels of undergraduate students”; 2020.
  • Battacharya S., Bashar M., Srivastava A.; “Nomophobia: no mobile phone phobia”; 2019.
  • Notara V., Vagka E., Gnardellis C., Lagiou A.; “The emerging phenomenon of nomophobia in young adults: a systematic review study”; 2021.
  • We are Social; “Digital 2022 Global Overview Report”; 2022.

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