Dalle terapie Top-Down alle terapie Bottom-Up: il lavoro sul corpo in Psicoterapia
Gli approcci “TOP-DOWN” in cui le menti del terapeuta e del paziente sono gli unici elementi a scendere in campo nel lavoro clinico, hanno dominato per molto tempo in Psicoterapia. Secondo questo approccio, il lavoro terapeutico fatto attraverso l’uso del “piano alto” (ecco perché la parola TOP) e quindi della mente, produce un miglioramento “ai piani bassi” (DOWN) cioè al corpo inteso anche come comportamento.
Adesso però le cose sono cambiate. Finalmente la scienza occidentale, le sedi accademiche e gli Istituti di salute hanno riconosciuto quanto stretto e indissolubile sia il rapporto tra mente e corpo. Il rapporto mente-corpo non appare più di “subordinazione” in cui il corpo fa ciò che la mente chiede ma appare chiara una reciproca e continua influenza. Le terapie che hanno come elemento centrale solo la mente si trovano adesso a dover far posto a nuovi approcci terapeutici più integrati in cui il corpo gioca un ruolo importante: questi approcci si trovano tutti all’interno della famiglia denominata interventi “BOTTOM-UP”.
I ruoli quindi si invertono e terapeuta e paziente partono dal corpo (e quindi dal basso BOTTOM) per arrivare ad apportare cambiamenti a livello del pensiero e quindi più in generale della mente (piano alto e quindi UP).
A dare voce e validità a questa nuova visione della cura della persona ricercatori di tutto il mondo in questi anni hanno dato vita a un filone di studi che ha effettivamente testimoniato la validità delle terapie basate anche sul corpo (Garb et al., 2014; Clarke et al., 2015; Grabbe et al., 2018)
Ciò che rende gli interventi BOTTOM-UP una preziosissima risorsa nel panorama delle terapie psicologiche, soprattutto per il trauma (Mitchell et al., 2014; Gallego set al., 2017), è il fatto che possano gradualmente fornire alla persona un sollievo somatico che si mantiene anche a lungo termine. Queste inoltre, hanno delle ripercussioni a livello di benessere psicologico (Brown et al, 2013; Field 2016).
All’interno di questa cornice trova spazio lo Yoga-Psychotherapy. È fondamentale fare una distinzione tra lo Yoga usato all’interno del setting psicoterapico e lo Yoga che viene praticato in altre strutture che non siano centri clinici pubblici o privati. Lo Yoga che tutti comunemente intendiamo, ha certo dei benefici a livello fisico ed emotivo, ma si basa esclusivamente sul corpo e sull’esercizio pratico. Viene svolto sul materassino o con specifiche attrezzature. Lo Yoga che si fa in psicoterapia, invece, è la diretta trasposizione del concetto di cura mente-corpo, ha una natura intrisecamente psicologica (Balasubramaniam et al., 2013) e può essere praticato solo da uno psicoterapeuta qualificato. L’utilizzo della tipica attrezzatura che si può trovare per esempio in palestra può esserci ma non è assolutamente obbligatoria. Sarà il clinico stesso a decidere se utilizzarla e quali solo le posture per i suoi pazienti (Tinkham, 2016).
Coltivare le abilità insegnate nello Yoga Psychotherapy, porterà la persona ad affrontare meglio l’iper o l’ipo arousal corporeo, le proprie emozioni negative con un impatto significativo sulla qualità di vita e sulla gestione di eventuali altri sintomi legati a patologie quali l’ansia e al depressione, per citare le più comuni (Frankiln et al., 2018). Inoltre si riuscirà a gestire meglio anche il dolore fisico ed emotivo legato alla malattia (McCall, 2018; Kahraman et al., 2018).
Un parallelismo di medicina mente-corpo può essere fatto con le meditazioni racchiuse nel protocollo Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) di Jon Kabat-Zinn. Ormai la Mindfulness viene praticata in tutto il mondo e ogni mese studi scientifici ne dimostrano i benefici. Alla fine degli anni ’70 Kabat-Zinn è partito dalla meditazione Theravada con la ferma volontà di introdurle all’interno della medicina comportamentale, creando un programma ad hoc, che si chiama appunto MBSR. Anche in questo è bene fare una distinzione: chiunque può praticare la meditazione Theravada, mentre per poter diventare istruttore MBSR e condurre i gruppi è necessaria una formazione che dura anni.