Negli ultimi anni, è esploso l’interesse per lo Yoga e le pratiche Mindfulness-based dedicate anche all’infanzia e all’adolescenza. Ciò è accaduto dopo la pubblicazione dei dati riguardanti l’utilizzo di tali protocolli in ambito clinico sugli adulti, che attestano i benefici delle pratiche nella riduzione di ansia e stress, rafforzamento del sistema immunitario e come coadiuvanti nel trattamento di numerose patologie fisiche e mentali.
Nel caso di bambini e adolescenti, l’interesse della comunità scientifica internazionale si è radicato nella possibilità di ottenere benefici senza ricorrere a terapie farmacologiche.
Inoltre, poiché le esperienze vissute nell’infanzia e adolescenza sono in grado di condizionare il comportamento e lo stato psicofisico da adulti nei campi più disparati (vita universitaria, abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti, violenza e obesità, ecc. ), oggi si guarda allo Yoga e alla Mindfulness come strumenti di prevenzione.
Bullismo e cyberbullismo, competitività, assenza di certezze, eccesso di responsabilità e di impegni, modelli estetici inarrivabili, minore spazio e tempo per la condivisione: si fa stringente la necessità di mettere i più giovani in condizione di sviluppare attitudini mentali e fisiche che coltivino la resilienza come antidoto alle avversità quotidiane e la gentilezza come strumento di relazione.
Oggi sappiamo che ogni cellula del corpo risponde attivamente al contatto emotivo. Il respiro e il movimento, così come il tocco, consentono a chi li sperimenta di accedere agli spazi corporei esterni e interni sino al cervello, che programma e riprogramma le proprie strutture neuronali (Ayres, 1979; Gaynor 1999; Bainbridge Cohen, 2012): non a caso, l’importanza di una corretta relazione tra corpo e mente proprio e degli altri è considerata fondamentale nella crescita sana del bambino felice e ottimista (Braconnier, 2017). Quante volte abbiamo osservato il potere calmante degli abbracci e dei baci di una madre sul viso e sulle manine di un bimbo febbricitante o su un ginocchio sbucciato dopo una caduta? Quante volte abbiamo passeggiato per calmare la rabbia o respirato più profondamente per trovare quiete e concentrazione prima di un evento importante?
I benefici dello Yoga sui bambini sono riportati sin dagli studi condotti negli anni Ottanta del secolo scorso. Poiché la pratica dello Yoga pone grande attenzione alla respirazione e a posture ed esercizi stabiliti, le prime ricerche sono state effettuate su bambini con patologie respiratorie sottoposti a pratiche Yoga, sia Hatha che Ashtanga (Greenberg et al., 2003; Shonkoff, Boyce, McEwen, 2009; Kaley-Isley et al., 2010). Successivamente sono state prodotte ricerche su bambini affetti da disturbi di ansia, DSA e ADHD, sindromi, obesità e disordini alimentari, diabete, sindrome del colon irritabile, patologie croniche, degenerative e malattie terminali. Gli studi non sono rimasti circoscritti allo Hatha e Ashtanga Yoga, ma hanno considerato la disciplina in diverse varianti, anche dolci e ibride, cioè alleggerite e ripensate appositamente per l’infanzia (Birdee, Legedza, Saper, 2008; Birdee, Yeh, Wayne et al., 2009; Taylor, 2007; Blair, 2010; Kaley-Isley et al., 2010).
Nel caso di bambini affetti da patologie mediche, gli studi hanno dimostrato miglioramenti e benefici dovuti all’interazione tra mente e corpo che lo Yoga veicola: le ricerche sugli asmatici, ad esempio, attestano miglioramenti della capacità e delle funzioni polmonari, uniti a un senso generale di maggiore accettazione della malattia, capacità di gestione della crisi eventuale e notevole diminuzione dell’ansia (Broderick, Metz, 2009; Berger, Silver, Stein, 2009). I bambini con sindrome del colon irritabile e patologie croniche e degenerative manifestano una maggiore capacità di entrare in contatto e verbalizzare le emozioni che li attanagliano e controllare lo stress; la disabilità funzionale, inoltre, appare diminuita in modo consistente (Tsao, Meldrum, Bursch et al., 2005). I bambini sofferenti di obesità e patologie legate all’alimentazione hanno conseguito una riduzione dell’ansia e della preoccupazione rivolta al cibo e un rapporto più sano col proprio corpo, nonché la diminuzione della condizione di insoddisfazione legata all’aspetto fisico (Mitchell, Mazzeo, Rausch, Cooke, 2007; Scime, Cook-Cottone, 2008;). Studi campione su bambini considerati a rischio obesità e su bambini affetti da diabete hanno attestato una sensibile diminuzione del peso corporeo dei partecipanti e un atteggiamento più responsabile nei confronti dell’alimentazione e del movimento (Sahay, 2007; Amita, Prabhakar, Manoj et al., 2009; Benavides, Caballero, 2009). I ragazzi con sindromi da deficit attentivi e dell’apprendimento hanno conseguito un maggiore autocontrollo, potenziando al contempo la capacità di attenzione e l’esercizio della memoria, riducendo l’ansia da prestazione e la sensazione di inadeguatezza (Jensen, Kenny, 2004; Abadi, Madgaonkar, Venkatesan, 2008).
In senso generale, i bambini che praticano lo Yoga sviluppano più correttamente la propriocezione, dimostrandosi più abili nel gestire i movimenti programmatici e le azioni finalizzate, amplificando il senso di stabilità, confortevolezza spaziale e la piena padronanza di sé, della gestualità e dell’espressività globale (Kirkwood, Rampes, Tuffrey et al., 2005; Galantino, McCall, 2007; Galbavy, Quinn, 2008).
Ciò accade perché i bambini che praticano lo Yoga hanno una relazione più profonda col corpo, fondata su una consapevolezza che si radica nell’esperienza viva del movimento e del respiro. Contemporaneamente, l’osservazione attenta e non giudicante di quel che si fa mentre lo si fa, induce i piccoli a coltivare la concentrazione, l’avvedutezza, la cura e l’ascolto di sé.
L’invadenza della tecnologia informatica ci ha strappati al nostro corpo e gli spazi rituali del tempo libero e privato: siamo raggiungibili ovunque, sempre, l’attenzione che concediamo a un’attività è costantemente interrotta dalla presenza di un messaggio sui social, un’email, una telefonata. Per i più piccoli, che sono nativi digitali, la tecnologia è più naturale di quanto lo sia un albero, un temporale, inciampare e cadere, saltare in una pozza d’acqua dopo la pioggia.
Ne fa le spese la capacità di gestire lo spazio e il tempo, la mobilità dell’attenzione che si assottiglia e si fa sempre più labile, l’esperienza viva del corpo, spesso sostituita dai giochi che si fanno in casa al Pc o alle console. I recettori sensoriali posti negli organi di senso, nelle articolazioni e nel cervello non sono più adoperati in modo corretto a scapito della complicità tra pari, della socialità e della manifestazione delle emozioni, dello sviluppo propriocettivo e fisico adeguato e della felicità complessiva.
Lo Yoga aiuta i bambini a ristabilire un dialogo col corpo e col cuore: costruendo una percezione di sé più intensa e incisiva con tenerezza e divertimento, migliora l’esperienza dell’altro e del mondo intorno. L’atteggiamento positivo che consegue alla pratica dello Yoga, è di supporto ai più piccoli per approfondire ogni esperienza e fronteggiare le difficoltà. Riducendo lo stress ed educando alla resilienza, la pratica dello Yoga accompagna i bambini nella scoperta del mondo. Un mondo come un foglio di carta ancora bianco, dove scrivere con fiducia e a colori vivaci una storia di salute, di luce e di pace.