Amici o colleghi: come relazionarsi sul posto di lavoro
Amici o colleghi: come relazionarsi sul posto di lavoro
Passare ogni giorno otto ore con le stesse persone, avere un obiettivo comune e condividere difficoltà e successi può portare a formare delle amicizie sul posto di lavoro, soprattutto in piccole realtà aziendali. Relazionarsi adeguatamente con i colleghi è essenziale per creare un ambiente lavorativo piacevole e collaborativo. Tra le qualità che reputiamo importanti nello stringere relazioni di amicizia è la percezione che abbiamo della spontaneità dell’altro, il suo grado di automonitoraggio (l’attenzione sull’espressione dell’immagine di sé, delle emozioni verso gli altri) e la fiducia che ci ispira. Queste qualità sono, però, richieste in misure diverse a seconda che stiamo parlando di amici o di colleghi e, in questo ultimo caso, dipende anche dal numero di gruppi con cui stringiamo relazioni nel contesto lavorativo.
Tra amici ci si aspetta che ognuno sia aperto e spontaneo e questo accade anche quando si crea una cerchia stretta di colleghi: essendo tutti i membri parte solo di quel gruppo, le personalità schiette, estroverse, con basso automonitoraggio e che parlano di se stesse vengono viste come degne di fiducia, in quanto si mostrano per quello che sono e condividono con gli altri i propri pensieri. In tale clima, tutti si sentono più liberi di parlare: d’altronde, se tutti sono fedeli solo a quel gruppo, non c’è pericolo che informazioni sensibili possano circolare al di fuori. Ma cosa accade se siamo parte di più cerchie distinte di colleghi?
Alcune persone sono dette “mediatori simmeliani”, dalla teoria degli anni ’50 del sociologo e filosofo tedesco Georg Simmel considerato padre della sociologia come disciplina indipendente e a cui seguono nomi più noti quali Émile Durkheim e Max Weber. Nei legami simmeliani è importante che esista almeno una triade di forti relazioni reciproche all’interno di un gruppo. I mediatori simmeliani mantengono buoni contatti con più reti sociali indipendenti fra loro. Questa è una risorsa sicuramente positiva che gioca un ruolo importante nelle organizzazioni: essendo intermediari di relazioni, avvicinano squadre e sezioni altrimenti separati, stimolando così la condivisione della conoscenza e l’innovazione contro separazione e stagnazione. Ma il legame simmeliano ha una natura duale: rafforza le relazioni tra gli individui, è vero, ma, allo stesso tempo, ne limita la libertà in favore di una più rigida adesione alla norma del gruppo. Inoltre questa limitazione della libertà individuale è direttamente proporzionale al numero di gruppi a cui l‘individuo è legato.
La fiducia è una qualità molto apprezzata sul posto di lavoro ed è una richiesta spesso presente, seppure a volte implicita, che le informazioni riguardanti il lavoro e le persone coinvolte rimangano inter nos. Infatti, gli individui percepiti come degni di fiducia da parte dei propri colleghi ottengono più risultati lavorativi soddisfacenti.
Il problema sorge appunto per i mediatori simmeliani i quali, sul posto di lavoro, formano relazioni tra più gruppi tra loro non connessi e, quindi, in potenziale competizione. In questo caso, ogni gruppo di amici si aspetterà da loro discrezione: se, invece, i membri notano che il mediatore condivide con loro le informazioni dell’altro gruppo, avranno timore che questi potrebbe trattare anche le loro informazioni con la stessa mancanza di tatto e condividerle con il gruppo estraneo. Dunque in questa situazione si tende a dare più fiducia a colleghi con una personalità diplomatica, la quale implica alto autocontrollo e inibizione della loquacità verbale. In parole semplici, verrà privilegiato il mediatore che non condivide all’esterno le informazioni dei gruppi a cui appartiene.
Se dunque il vostro obiettivo è quello di far carriera, una delle qualità sempre utili nella competizione lavorativa è la capacità di adattamento: bisogna essere flessibili e rispondere adeguatamente alle richieste dei diversi gruppi relazionali di cui si fa parte, a maggior ragione quando si è connessi a più gruppi separati. Nel caso in cui si diventi anche amici dei propri colleghi, è importante saper dosare loquacità e discrezione a seconda della propria situazione lavorativa.
Roberta Rubbino
Riferimenti