D’estate si tradisce di più: colpa del sole?
“Agosto, moglie mia non ti conosco” non sembrerebbe un modo di dire senza fondamento. Anzi: una ricerca italiana ha approfondito il legame tra testosterone ed esposizione alla luce. Partendo dall’inizio, uno degli interventi che si fanno per combattere il Disturbo Affettivo Stagionale (anche chiamato depressione invernale) è quello della fototerapia, ovvero l’esposizione a un dispositivo che diffonde una luce intensa in maniera controllata. La fototerapia è stata usata in passato anche per trattare alcune forme di depressione. Questo trattamento influenza, infatti, la ghiandola pineale e, con essa, la quantità in circolo di melatonina, un neurotrasmettitore che regola il ritmo sonno-veglia. È stato provato che la melatonina inibisce la sintesi di testosterone. Ecco, dunque, che la luce solare diventa amica del sesso. Probabilmente secondo la scienza, ci sono anche altri effetti ormonali coinvolti che occorre approfondire.
I ricercatori dell’Università di Siena hanno cercato partecipanti allo studio presso il Dipartimento di Urologia dell’Università e hanno così formato un gruppo con 38 uomini con diagnosi di disturbo da desiderio sessuale ipoattivo o disturbo di eccitazione sessuale: entrambi i disturbi si caratterizzano per uno scarso o assente interesse per l’attività sessuale, sia nell’approccio iniziale che nella reazione alle eventuali richieste del partner. Per ogni partecipante è stata prima di tutto effettuata una valutazione del livello base di interesse verso il sesso e dei livelli di testosterone.
Il passo successivo è stato quello di creare due sottogruppi, entrambi sottoposti al mattino presto a sedute di fototerapia con un dispositivo adattato per la ricerca, mezz’ora al giorno per due settimane: l’intensità di luce del gruppo di ricerca era alta, contro una bassa intensità luminosa a cui il gruppo di controllo era stato esposto. Al termine della seconda settimana, tutti i partecipanti sono stati esaminati nuovamente per livello di testosterone e di interesse per il sesso.
I risultati della ricerca mostrano una differenza significativa tra i due gruppi, con quello di controllo che non ha mostrato alcun cambiamento tra l’inizio e la fine del trattamento. Al contrario, le sedute di fototerapia del gruppo con l’intensità più alta sembrano aver avuto un’influenza positiva, con i livelli di soddisfazione sessuali triplicati rispetto a quelli mostrati nella prima valutazione.
Ma non solo: uno studio presentato al Congresso Europeo di Endocrinologia ha riportato un collegamento tra aumento della vitamina D e conseguente aumento del testosterone libero. Ricordiamo che questa vitamina viene sintetizzata dal nostro corpo a partire dall’esposizione della pelle alla luce solare e gli enzimi per il suo metabolismo sono presenti nei tessuti dell’apparato riproduttivo. Questo studio si trova d’accordo con ricerche precedenti che hanno messo in relazione carenza di vitamina D con disfunzione erettile.
La fototerapia andrebbe usata con cautela in alcuni casi specifici, quando, per esempio, vi è una sensibilità alla luce per l’uso di antidepressivi o antibiotici o problemi oculari. Tuttavia potrebbe sostituire le terapie farmacologiche, come l’iniezione di testosterone, che vengono attualmente utilizzate. Occorre replicare lo studio con un campione composto da più partecipanti e verificare che i risultati persistano anche nel lungo periodo.
Riferimenti: